Con semplicità ed empatia la Germani va in volo su PoetaLand
Da dove si può cominciare? Dal coro «po-po-po-po Poeta» che i tifosi gli dedicano da inizio stagione? Oppure dalla Madonnina dai riccioli d’oro che l’allenatore della Germani ha cantato durante il riscaldamento dei suoi ragazzi a Casale Monferrato, prima della grande vittoria di domenica pomeriggio. Sottovoce, tra sé e sé, con gli occhi sui giocatori, che incitava con le mani, e un sorriso ad accendergli il volto. Oppure, badando più al sodo, dall’inizio di questo campionato: sei vittorie e due sconfitte, quattro successi in trasferta su cinque partite giocate.
Oppure si può cominciare da «quello sguardo». Peppe Poeta lo lanciò verso la curva biancoblù la sera dello scorso 30 maggio, mentre – da vincitore, in qualità di assistente di Ettore Messina – imboccava il tunnel che porta agli spogliatoi del PalaLeonessa. L’Olimpia Milano aveva appena eliminato la Pallacanestro Brescia, il coach campano stava osservando quella che - di lì a qualche settimana - sarebbe diventata la sua tifoseria. Anche in quel caso, aveva un sorriso sulle labbra.
Un grande inizio
Da dove si può cominciare, dunque? Forse anche dalle conferenze stampa – quelle tradizionali, del venerdì, in sede a San Zeno –, alle quali talvolta assistono anche i tifosi, che il trentanovenne di Battipaglia non manca mai di abbracciare e di chiamare per nome.
Poeta ha iniziato nel modo migliore la propria avventura a Brescia. Che, peraltro, coincide pure con la prima esperienza da capo allenatore. I risultati, nello sport, vanno e vengono. Le linee che vengono tracciate non sono sempre rette. A volte curvano verso l’alto, altre verso il basso. L’intenzione con cui si approcciano le cose, però, può fare la differenza.
Nel modo giusto
Da ciò che si vede in campo a quanto si percepisce fuori, Poeta «is doing it right». Lo sta facendo nel modo giusto. Il tutto, raccogliendo un’eredità pesante, ossia quella di Alessandro Magro, che da queste parti era già molto ben voluto prima ancora che iniziasse il proprio ciclo da head coach. Un triennio di successi, nel quale spicca la Coppa Italia vinta il 19 febbraio 2023.
Tenendo presente quanto affermato poc’anzi (è un gran momento per la Germani, potranno arrivarne di meno brillanti, servirà pazienza e il viaggio e lunghissimo), l’allenatore sta toccando i punti giusti. E, ancora, lo sta facendo a trecentosessanta gradi: in campo e fuori.
Rosa corta e semplicità

Al momento i giocatori biancoblù risultano contenti e valorizzati, ciascuno per le proprie caratteristiche. La circostanza di avere una rosa corta semplifica non poco le cose. Poi, però, dalla teoria si deve sempre passare alla pratica. Poeta fa giocare la squadra in modo semplice, ma questo – nella maggior parte dei casi – non ha tolto né efficacia né spettacolarità a Brescia. Resta in testa, più di tutte, l’azione «di tocco», con un paio di extra-pass, che ha liberato Rivers al tiro da tre all’angolo a Cremona. Una squadra si muove così quando sa come giocare e ha voglia di farlo insieme. Le motivazioni e le sicurezze si creano non solo con le idee tattiche (fondamentali), ma pure attraverso i rapporti interpersonali. E la sensazione è che lo spirito della squadra capitanata da Della Valle sia forte.
Empatia
La parola d’ordine, in questo caso, è empatia. Può essere un’arma a doppio taglio, specie quando le cose, magari vanno meno bene. Ma è anche quel «regalo» da un essere umano all’altro che può spingere a fare quello sforzo in più, oltre le idee e oltre la razionalità. Quello che, spesso (e più di quanto si pensi), fa la differenza.
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