Con la cura Germani Della Valle ritrova la maglia azzurra
Amedeo Della Valle e Nazareth Mitrou-Long denunciati dalle difese di serie A per maltrattamenti. Diventa un po’ complicato trovare nuove parole per raccontare la straordinaria stagione del «dynamic-duo» di esterni della Germani terza in classifica, con l’italiano che grazie alla «cura» bresciana ritrova la via della Nazionale.
Infatti le performance del piemontese sono, ovviamente, incastonate in un sistema di gioco, escogitato da Alessandro Magro e armato dalle mosse di mercato di Marco De Benedetto a inizio stagione. Un sistema con due pregi: esalta le qualità delle stelle, ma non esclude dal vivo dell’azione tutti gli altri protagonisti. «Con le sue prestazioni e il suo comportamento anche fuori dal campo Amedeo si merita insieme a Mitrou-Long la leadership. Circa il sistema di gioco, qualche merito l’ho anch’io…» afferma Magro togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.
Se il rilancio di Della Valle è stata una scommessa, si tratta di una scommessa stravinta. Se la volontà di Amedeo era tornare protagonista, numeri e prestazioni lo certificano. Una verità tanto lampante che anche il ct della Nazionale Meo Sacchetti faticherà a ignorare. La Nazionale giocherà due gare di qualificazione alla Fiba World Cup 2023, sempre contro l'Islanda: il 24 febbraio ad Harnarfjordur e il 27 febbraio al PalaDozza di Bologna. Non resta che stare a guardare.
Intanto lo «scudetto privato» Della Valle è stato vinto e la fortuna è che Amedeo è al centro del progetto per i prossimi anni. Integro, integrato, propositivo e leader, è probabilmente la miglior versione di se stesso, o ci va vicino. E se qualche big italiano in cerca di riscatto volesse pensare di seguire le sue orme… Anche per il canadese di tratta di uno scudetto vinto.
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Per capire il senso di questa frase serve fare un passo indietro alla scorsa estate, con un concetto espresso dall'allora responsabile scouting e oggi direttore generale De Benedetto, e dallo stesso Magro: il nostro obiettivo è far sì che chi passa da qui si ricordi la stagione non come una delle tante, ma come un'annata speciale.
Messa così, la frase poteva e può suonare come una sorta di vocazione player-oriented, come se Brescia fosse una «squadra alveare» per api che andranno a impollinare fiori lontani. È il caso di Long. Per quanto si potrà fare per trattenerlo (e forse sarà pure possibile, magari mettendo sul piatto una competizione europea da giocare in maglia Pallacanestro Brescia), è certo che il play-guardia riceverà richieste da club di prima fascia: Eurocup o addirittura «media Eurolega»? Dovesse mai partire, al di là dei risultati ottenuti in stagione e dello spettacolo (domenica 29 punti e gara magistrale), cosa resterebbe? Nulla. O forse no.
Perché il prossimo Mitrou-Long che ragiona sull'idea di buttarsi nel basket europeo dopo anni tra G-League e apparizioni in Nba, vedrebbe nella storia di Naz un precedente significativo: Brescia è il «campo base» ideale per iniziare una carriera overseas. Una sorta di «indotto». Che, a cascata, porterebbe benessere diretto a un club che vuole crescere su base pluriennale. Il paradosso non paradosso: perdere Long che va in Eurolega non è un danno, ma un investimento sul futuro.
Fatto sta che attorno al debutto di Naz in Italia, a inizio stagione, potevano esserci timori. Ma il giocatore non solo si è adattato: sta dominando. E tutto grazie al «sistema Brescia» (oltre che, ovviamente, a tutte le sue qualità). Basket time. Giovedì alle 21.30 su Teletutto sarà Matteo Cotelli, assistente di Alessandro Magro, l’ospite di Basket Time.
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