Basket, Germani ko con Milano: manca l’apporto del tiro pesante

Una partita a scacchi, giocata sulle due metà campo senza nessuna pausa. Contro l’avversario più forte possibile. Nonostante ciò, si può senza dubbio affermare che se Brescia non avesse faticato in modo così importante da oltre l’arco dei tre punti - anche Milano ha sbagliato tanto -, giocarsela fino all’ultimo possesso non sarebbe stato impossibile. Inizialmente l’attacco di coach Magro era stato fermato completamente o quasi dall’Olimpia. Cambiando sui giochi a due con Hines, Melli, Bentil e Biligha, coach Messina era riuscito infatti ad accoppiare sistematicamente Della Valle e Mitrou-Long con i suoi insuperabili lunghi, concedendo solamente 12 miseri punti nei primi 10 minuti.
Mancati i tiri pesanti
Molto è cambiato quando Brescia ha attaccato direttamente dal palleggio con i suoi esterni - in particolare Laquintana e Petrucelli - che uscendo dall’angolo ricevevano e puntavano direttamente il ferro. Mettendo in difficoltà quei quintetti altissimi schierati dall’Olimpia fin dalle primissime fasi del match e che spesso hanno messo in grande difficoltà Brescia. Quello che la Germani non è riuscita a migliorare, lo ripetiamo, è la percentuale al tiro pesante. Di occasioni per riportarsi a contatto o addirittura sorpassare l’Olimpia ce ne sono state, legate soprattutto al sopraffino lavoro difensivo di Cobbins, Gabriel e Petrucelli, per tutta la partita abili a dare fastidio ai palleggiatori di Milano o a portare aiuti molto efficaci.
Nuova consapevolezza
Quasi sempre, nei momenti più importanti, è però mancata la precisione al tiro, così come frequentemente sono arrivate delle palle perse. Questione mentale? Disabitudine nel giocare a questi ritmi per un’intera partita? Forse entrambe le cose. Quel che è certo è che nonostante la sconfitta finale, Brescia esce dalla Vitrifrigo Arena con la rinnovata consapevolezza di potersela letteralmente giocare con chiunque.
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