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Un mese senza Elena Fanchini, la sorella Nadia: «Mi manca ogni giorno di più»

La sorella Nadia e il dolore: «È difficile da accettare anche se abbiamo visto tanto affetto intorno a noi»
Uno dei tanti momenti sulla neve condivisi da Nadia Fanchini con la compianta sorella Elena - © www.giornaledibrescia.it
Uno dei tanti momenti sulla neve condivisi da Nadia Fanchini con la compianta sorella Elena - © www.giornaledibrescia.it
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Quanto è lungo un mese? Nel percorso della vita può sembrare un fugace attimo, ma quando la ferita di un dolore immenso è grande, un mese può anche essere eterno. Come per Nadia Fanchini, che un mese esatto fa ha visto volare via l’amatissima sorella Elena, strappata alla vita a soli 37 anni da un male incurabile.

Un lutto difficile da elaborare per chi con Elena ha trascorso davvero tutta una vita. Sulle piste da sci di tutto il mondo, come nella quotidianità del focolare domestico.

Nadia, l’8 febbraio scorso Elena se ne è andata: quanto è lungo un mese?

«È lungo e adesso è sempre peggio perché la realtà è dura da accettare. È difficile, ogni giorno è sempre peggio, la sua mancanza si fa sentire sempre di più».

Quante immagini le sono passate davanti in questi giorni?

«Tante, tantissime. Certe volte ci sono pure dei bei ricordi che ti strappano anche un sorriso. Però il fatto è che prima mi trovavo 300 chiamate al giorno da lei e ora nemmeno una. La quotidianità è dura, non è per niente semplice».

Le capita di guardare foto di voi due insieme, di quando gareggiavate insieme oppure di quando eravate piccole a Montecampione?

«Sì, certo. Poi nell’era dei social network ogni tanto mi esce la notifica "È accaduto un anno fa..." e quindi capita di fermarmi su delle foto insieme. A volte la cosa è carina, come ho detto prima, perché ci sono bei ricordi. Ma spesso fa anche soffrire».

Nei giorni dell’addio vi ha colpito qualche messaggio?

«No, ma sono contenta della vicinanza che abbiamo avuto. C’è stato tanto affetto, anche da persone che non vedevamo da anni, anche solo per un saluto o un abbraccio. Sono venuti per Elena e mi fa capire la bella persona che era e cosa ha lasciato alla gente. Poi le parole non aiutano, ad oggi per me è così. Non è così scontato superare la cosa».

Anche molte vostre ex rivali hanno scritto, vero?

«Sì, da Michelle Gisin a Lara Gut, fino alla Shiffrin: sono state molto dolci e delicate, ci hanno scritto privatamente, è bello sapere che Elena ha lasciato un segno».

È passato a far visita anche il presidente del Coni, Malagò.

«Ci ha fatto piacere che sia venuto da Roma».

La raccolta fondi ha già una destinazione?

«L’Airc era entusiasta. Hanno già coperto la quota per pagare una borsa di studio annuale ad un giovane ricercatore. Ma continuando ad arrivare soldi vedono se aprirne un’altra. È importante, nel 2023 non si può morire ancora di tumore».

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