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Sonny Colbrelli monumentale entra nel club dei grandi bresciani

Annata d’oro per il valsabbino che vince il Tricolore, l’Europeo e la Roubaix più bella
  • Sonny Colbrelli vince la Parigi-Roubaix: da Casto all'Olimpo del ciclismo
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  • Sonny Colbrelli vince la Parigi-Roubaix: da Casto all'Olimpo del ciclismo
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  • Colbrelli è chiamato a difendere il titolo della Parigi-Roubaix
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    Sonny Colbrelli vince la Parigi-Roubaix: da Casto all'Olimpo del ciclismo
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Nell’anno magico per lo sport italiano un posto di rilievo lo occupa Sonny Colbrelli. Vince in maniera inusuale per lui il campionato italiano, si impone con forza e astuzia al campionato europeo di Trento, conquista la classifica generale del giro del Benelux, prova di World Tour e soprattutto la ciliegina sulla torta conquista un’epica edizione della Parigi Roubaix fra freddo e fango riportando la classica monumento in mani italiane dopo 22 anni, il primo di questo secolo a fregiarsi di questo titolo. Con l’urlo lanciato al traguardo col volto avvolto in una maschera di fango diventa improvvisamente popolare in tutto il mondo.

Gli chiediamo ti rendi conto dell’impresa che hai compiuto?
«Me ne sto rendendo conto piano piano dal numero di impegni extraciclistici che si sono moltiplicati» - dice con la consueta franchezza il corridore nato a Casto e residente a San Felice del Benaco.

Quale è stato il momento di svolta?
«Credo il campionato italiano perchè lì ho capito che potevo non aspettare più le volate per cercare il successo, ma dovevo prendere l’iniziativa».

Una questione di testa più che di gambe?
«Sì, mi ha aiutato in quel senso la mental coach».

Un successo che ti ha cambiato la vita?
«Penso di sì, ma cerco di rimanere me stesso e soprattutto promuovere questo meraviglioso sport fra i più giovani. Ecco perché cerco di non negarmi quando si tratta di promuovere il ciclismo con i più piccoli. Spero per loro di essere una fonte di ispirazione come in passato i grandi campioni lo sono stati per me».

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