Parkour, Consolini sul podio della «speed» ai Giochi Mondiali

Voleva l’oro, ha rischiato di rimanere a bocca asciutta, si è confermato sul podio. Nonostante un guaio muscolare. Ha una valenza notevole il bronzo conquistato da Andrea Consolini ai World Games di Chengdu, in Cina: il travagliatese è infatti terzo nella combattutissima gara della disciplina «speed» del parkour. Argento tre anni fa nella rassegna di Birmingham, negli Stati Uniti, Consolini stavolta coglie il bronzo.
Oltre gli ostacoli
«Sono soddisfatto perché il livello della gara era altissimo ed arrivavo da un infortunio al bicipite», esulta Consolini, che si è fatto così un ottimo regalo per i 24 anni compiuti giusto lunedì. I World Games, i Giochi Mondiali, sono una rassegna che raccolgono tutti gli sport non olimpici. Sono tristemente saliti agli onori della cronaca negli ultimi giorni per la scomparsa del trentino Mattia Debertolis, deceduto a 29 anni dopo un malore nella gara di orienteering disputata con 43 gradi.
Stavolta invece fanno parlare per il podio centrato dal vicecampione mondiale della specialità, stavolta terzo in 27’’27 alle spalle degli imprendibili Caryl Cordt-Moeller (25’’30 l’incredibile tempo di corsa dello svizzero, che a novembre in Giappone gli aveva sfilato l’oro iridato per una manciata di millesimi) e Jaroslav Chum (25’’83 il crono del ceco).
«Sapevo che il tempo della semifinale, 27’’47, era migliorabile e così è stato», racconta dalla Cina un raggiante Consolini, che si è lasciato dietro di appena tre centesimi il colombiano Carlos Pena. Ma non è stata la rimonta dal quarto posto la parte più difficile della competizione cinese per Consolini, incappato in un problema al braccio a pochi giorni dalla gara decisiva.
«Sono felice perché mi confermo tra i migliori al mondo, nonostante un infortunio appena prima della gara, visto che cinque giorni fa ho avuto un problema al bicipite brachiale. E fino alla vigilia non ero sicuro di poter disputare questa gara perché – spiega Consolini – mi faceva malissimo in uno specifico passaggio che dovevo fare per forza, sia all’andata che al ritorno.
Durante le prove infatti ho avvertito come uno "sparo" nel braccio. Era uno ostacolo che mi si presentava davanti. Ma come il parkour insegna, ci sarà sempre un ostacolo davanti e basta impegnarsi per superarlo. Ho stretto i denti ed ho continuato. Il lavoro paga, come paga il cammino ed il processo che stiamo facendo con i tecnici».

Percorso
Da anni atleta della Brixia, il classe 2001 di Travagliato si allena sei giorni alla settimana nella palestra del villaggio Violino, in città. Si è già tolto notevole soddisfazioni a livello mondiale (come detto l’argento di un nulla nello scorso novembre, prima ancora l’argento ai precedenti World Games nel 2022, sempre nella specialità dello speed), è stato il primo italiano a vincere una medaglia in Coppa del Mondo e ora coltiva un sogno.
«Mi auguro che presto il parkour diventi specialità olimpica – racconta Consolini –. A Brescia e non solo è uno sport che sta prendendo piede. Piace ai giovani, ma anche alle persone più adulte. Un ringraziamento speciale alla mia famiglia, alla mia ragazza ed ai tecnici che hanno creduto in me».
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