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Olimpiadi di Pechino, Ghidoni: «Nella libera deciderà il vento»

Alle 4 di domani mattina si inizia con lo sci alpino. L’allenatore triumplino: «Per Paris la gara della vita»
L'allenatore bresciano Alberto Ghidoni con Dominik Paris - © www.giornaledibrescia.it
L'allenatore bresciano Alberto Ghidoni con Dominik Paris - © www.giornaledibrescia.it
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La prima gara delle Olimpiadi invernali di Pechino con interessi bresciani sarà la discesa libera maschile, in calendario nella notte tra oggi e domani: il primo sciatore aprirà il cancelletto di partenza alle 4 (diretta tv su Rai2 ed Eurosport; streaming su RaiPlay, Discovery+, Dazn).

Tre gli azzurri al via: gli altoatesini Dominik Paris e Christof Innerhofer nonché il romano di stanza in Piemonte Matteo Marsaglia, allenati dal veterano dei tecnici tricolori: il valtrumplino Alberto Ghidoni, col quale abbiamo scambiato qualche impressione al termine della seconda prova cronometrata ieri (Paris quinto, Innerhofer nono).

«La gara sarà una lotteria, col vento che rischia di giocare un ruolo decisivo», taglia corto l’allenatore degli uomini jet. «La pista è davvero facile, ci sono solo due o tre dossi, per il resto nulla. Dopo la prima prova i passaggi più complicati sono stati modificati, quindi le teoriche difficoltà non ci sono più».

Insomma un pendio che secondo Ghidoni non è degno delle Olimpiadi: «Come quattro anni fa in Corea siamo di fronte a una pista anonima, che non dice niente, perché non c’è nulla di naturale. Il tracciato non segue il terreno, ma è stato costruito artificialmente. Il bello del nostro sport sono invece i passaggi classici, come la Mausefalle di Kitzbuehel, l’Hundschopf di Wengen, la Carcentina di Bormio, le Gobbe del Cammello della Val Gardena. Qui non c’è assolutamente nulla di tutto questo, ma nonostante ciò verranno assegnati titoli importanti».

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Scritto che ovviamente si scierà su neve artificiale, considerando che le montagne attorno alla pista sono completamente brulle, nel novero dei favoriti ci sono i nomi soliti: gli austriaci, poi Paris, il norvegese Kilde e lo svizzzero Feuz. «Hanno una marcia in più rispetto agli altri, quindi non mi stupirei se il vincitore uscisse da questo gruppo. Di certo - dice Ghidoni - uno come Odermatt potrebbe essere l’outsider. Teoricamente lui potrebbe vincere anche quattro gare qui». In casa Italia, Dominik Paris ha di fronte l’occasione della vita: «Quella di domenica sarà la gara più importante della carriera di Paris, che adesso deve raccogliere quanto di buono ha seminato.

Inutile stare a pensare se la pista gli piaccia o no, l’Olimpiade vale tutto, quindi Domme sa che può scrivere la storia. È concentrato e conscio di avere la medaglia nelle gambe».

La scelta del numero di partenza potrebbe essere strategica («Ad ora opterei dall’11 in poi»), ma comunque visto il vento ballerino tutte potrebbe rimettersi nelle mani di Eolo. Ovviamente nessuno del clan azzurro è sceso a Pechino per partecipare alla cerimonia d’apertura: «Dal nostro villaggio alla capitale ci sono due ore e mezza di pullman. La trasferta non era proponibile alla vigilia di una gara così importante».

Chiusura sul caso Mattia Casse, fatto sbarcare in gran silenzio in Cina nonostante non sia tra i convocati: «È stata una scelta precauzionale, perché con i tamponi quotidiani non sai mai cosa può accadere. Comunque valuteremo un suo impegno esclusivamente in superG».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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