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L’Italia lascia i Mondiali di atletica con il grosso dubbio Jacobs

Mario Nicoliello
Il futuro dell’olimpionico tiene banco e divide. Mei, presidente Fidal: «Il suo è stato uno sfogo». Il dt La Torre: «Sono meno ottimista, Marcell è alla svolta della sua vita»
Marcell Jacobs - Foto Fidal/Grana
Marcell Jacobs - Foto Fidal/Grana
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Nessuna medaglia, tante soddisfazioni e un grosso punto interrogativo. Il Mondiale va in archivio col segno più per i colori bresciani, giacché tre su quattro atleti hanno fatto il compito alla perfezione. Precedenza ad Alessandra Bonora, che nella domenica conclusiva ha scoperto a pranzo di non essere titolare della 4x400.

Virginia Troiani passa il testimone ad Alessandra Bonora - Foto Fidal/Grana
Virginia Troiani passa il testimone ad Alessandra Bonora - Foto Fidal/Grana

Nel quartetto della finale la bresciana è stata sostituita da Eloisa Coiro: «Alessandra ha fatto una grandissima frazione in semifinale, consentendoci di non perdere il treno delle migliori e consegnando il testimone in seconda posizione. In finale abbiamo deciso di schierare Coiro per sfruttare la sua visione tattica da mezzofondista in una frazione concitata», le parole del dt Antonio La Torre. Bonora con professionalità ha applaudito dalla tribuna bagnata le colleghe, che hanno completato il miglio ottave in 3’25”00 nella prova vinta dagli Stati Uniti in 3’16”61.

In crescita

Francesco Pernici in pista a Tokyo - Foto Epa/Franck Robichon © www.giornaledibrescia.it
Francesco Pernici in pista a Tokyo - Foto Epa/Franck Robichon © www.giornaledibrescia.it

Francesco Pernici è il decimo al mondo negli 800, proiettandosi in una nuova dimensione. «Quando l’ho incontrato dopo la gara gli ho fatto capire che sembrava l’altro ieri che faceva il record italiano dei 600 metri e qui è riuscito a dare del tu al Gotha, facendolo riflettere in quanto poco tempo sia stato capace di fare il salto. Il suo modo di vivere la squadra è stato encomiabile», ha spiegato La Torre. Il presidente della Fidal, Stefano Mei, ha svelato un aneddoto: «Eravamo in macchina insieme dopo la semifinale e lui era abbattuto. Parlando ha pian piano capito il senso della sua impresa e subito ha voluto chiamare la mamma per raccontargli il nuovo punto di vista».

Carraro è l’undicesima al mondo nei 100 ostacoli. «Elena – ha argomentato La Torre – fa parte di quel gruppo di atleti che nonostante abbiano lottato un’intera estate per rientrare nel target number, poi sono venuti qui e hanno fatto il personale: è questo lo spirito che ci piace vedere».

Elena Carraro - Foto Epa/Kiyoshi Ota © www.giornaledibrescia.it
Elena Carraro - Foto Epa/Kiyoshi Ota © www.giornaledibrescia.it

Sotto i riflettori

Mai in una conferenza stampa finale del Mondiale erano stati citati tutti i bresciani, ma ovviamente il più dibattuto è stato Marcell Jacobs. Sul desenzanese i punti di vista sono divergenti. Più ottimista Mei, più realista La Torre. «Quando un campione olimpico corre in 10”16 è normale che sia arrabbiato, pertanto derubricherei a sfogo quanto da lui detto dopo i 100 e credo che andrà avanti, sebbene dovrà capire come muoversi dal punto di vista dell’allenatore», sintetizza Mei.

Mentre La Torre sostiene: «Sono meno ottimista del presidente, perché parlando a lungo con Marcell prima della staffetta ho capito che la riflessione muove da lontano. È da giugno che ha cominciato a pensare prima come uomo e poi come atleta. Noi faremo il possibile perché rimanga in campo, perché è un leader e può aiutarci nel ricambio generazionale. Dobbiamo rispettare il suo percorso e le sue scelte, Marcell è alla svolta della sua vita». Si lascia il Giappone col punto interrogativo sul futuro di Jacobs. Mi ritiro o continuo? Questo il dilemma. Intanto tra due anni il Mondiale resta in Oriente: appuntamento a Pechino.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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