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Il caso Djokovic sempre più internazionale

Il nodo dovrebbe sciogliersi lunedì. Qualsiasi sia la risoluzione rappresenterà un precedente giuridico saliente
Il nono trofeo del tennista all'Australian Open -  © www.giornaledibrescia.it
Il nono trofeo del tennista all'Australian Open - © www.giornaledibrescia.it
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Il Covid-19 sta scombussolando sempre più il mondo dello sport. Dopo aver causato il rinvio di tanti eventi, in particolare delle Olimpiadi e degli Europei di calcio del 2020, slittati al 2021, il Coronavirus sta suscitando non pochi problemi organizzativi, in tutti i continenti, non solo per gli sport professionistici a squadre ma anche per quelli individuali. Nella Serie A, come nei principali campionati europei di calcio, diverse gare stanno saltando e il calendario dei match viene ogni giorno cambiato.

Ma il caso più intricato, mal gestito e complicato di tutti è, senza dubbio, quello relativo a Novak Djokovic. Un caso ogni giorno sempre più internazionale. Un caso che dovrebbe essere deciso lunedì e che potrebbe rappresentare un precedente giuridico importante sia qualora il verdetto sia favorevole per il numero uno del tennis mondiale che in caso contrario, ovvero se Djokovic verrà obbligato al rimpatrio e a rinunciare agli Australian Open. Dopo le parole di ieri del premier australiano, Scott Morrison, «Nessuno è al di sopra delle regole», e del presidente serbo, Aleksandar Vucic («Tutta la Serbia è con Nole, che è stato trattato male dalle autorità australiane»), hanno fatto il giro del mondo le affermazioni della ministra degli Interni australiana e quelle dell'interessato, ovvero Djokovic, che ha affidato il proprio pensiero a una storia pubblicata su Instagram. «Djokovic non è prigioniero: può lasciare il nostro Paese quando vuole».

Queste le dure parole di Karen Andrews, ministra australiana. Nel giro di pochi minuti, via web, è arrivata la risposta di Djokovic, il quale non intende mollare e resta chiuso al Park Hotel (per l'occasione trasformato in Covid-Hotel) di Carlton, sobborgo di Melbourne, in attesa della sentenza che dovrebbe arrivare lunedì, dopo il ricorso presentato dallo stesso giocatore serbo contro la espulsione decisa dalle autorità australiane.

Intanto, un'altra tennista è stata bloccata in Australia. Si tratta di una doppista ceca, Renata Voracova, che ha già giocato un torneo a Melbourne in questi giorni, e che è stata fermata oggi dalle autorità australiane. A quanto pare la Voracova era entrata in Australia con un'esenzione dal vaccino per il Covid-19 concessa da Tennis Australia, in quanto aveva recentemente contratto il coronavirus ed era poi guarita. Alla giocatrice della Repubblica Ceca è stato annullato il visto di accesso; è stata fermata dai funzionari dell'Australian Border Force ed è stata portata al Park Hotel di Carlton, la stessa struttura dove si trova attualmente Djokovic. La Voracova dovrebbe lasciare a breve l'Australia ma probabilmente, al pari del numero uno del tennis maschile, intende impugnare la decisione.

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