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Giro d'Italia, dieci anni fa la consacrazione di Vicenzo Nibali a Brescia

Il 26 maggio 2013 la volata esplosiva fino al traguardo in via XX Settembre con la festa in una piazza loggia gremita
Vincenzo Nibali, vincitore del Giro 2013, festeggia in piazza Loggia - Foto Rodella © www.giornaledibrescia.it
Vincenzo Nibali, vincitore del Giro 2013, festeggia in piazza Loggia - Foto Rodella © www.giornaledibrescia.it
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Dieci anni fa come oggi. Mentre i ciclisti del Giro d’Italia 2023 arrampicano le Tre Cime di Lavaredo, ricorre l’anniversario di uno dei giorni più belli per la cronaca rosa bresciana. Rosa nel senso di corsa, perché proprio il 26 maggio 2013 la Leonessa incoronava Vincenzo Nibali re del Giro.

Al termine di una tappa che culminò in una volata esplosiva che vide spuntarla sul traguardo di via XX Settembre Mark Cavendish, lo Squalo dello Stretto sollevava al cielo il Trofeo Senza Fine in una piazza Loggia gremita come non mai e totalmente tinta di rosa.

Una vera e propria consacrazione per Nibali che tre anni più tardi avrebbe bissato il successo al Giro. Ma che restituì a Brescia, traguardo finale della corsa rosa 2013, le emozioni che solo due giorni prima erano stati negati al territorio provinciale, con la cancellazione integrale della tappa Ponte di Legno-Val Martello a causa della neve. E il giorno prima, proprio come oggi i suoi più giovani colleghi, Re Enzo aveva dovuto vedersela con le Tre Cime di Lavaredo. Un tempio a cielo aperto non solo della montagna tout court, ma di quanti praticano e amano il ciclismo. Passo Giau e poi le tre cime, allora come oggi. Allora c’era la neve, Nibali la sciolse con il fuoco sacro della vittoria alla quale ambiva e per la quale mise la firma proprio sulle salite massacranti delle Dolomiti, lasciando indietro tutti lungo gli ultimi tre chilometri.

A Brescia fu quasi una passerella, i secondi di vantaggio infiniti anche sul secondo Cadel Evans troppi per temere un recupero imprevisto. E allora ci fu solo il grido entusiasta di piazza Loggia, in una città affollata da 200mila tifosi che si scopriva metropolitana (nel senso di munita di metrò, inaugurato solo due mesi prima) e in cui la voglia di fare festa fu grande. Come grande resta Nibali, al Giro fino allo scorso anno, e con il nome inciso due volte lungo le pieghe sinuose del trofeo più ambito nell’Italia dei pedali.

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