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Giro 2024: due tappe bresciane decisive per la classifica finale

La corsa rosa presentata ieri a Trento: la partenza da Torino, arrivo a Roma tanta salita e due crono
GIRO D'ITALIA 2024: DUE TAPPE BRESCIANE
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Il Giro d’Italia n. 107 avrà due tappe bresciane e saranno decisive come non mai per la classifica generale. Confermate le anticipazioni delle scorse settimane del Giornale di Brescia che prevedevano la cronometro da Castiglione delle Stiviere a Desenzano del Garda che sarà di 31 chilometri sulle colline moreniche del basso lago, fra San Martino e Solferino, che si correrà sabato 18 maggio alla fine della seconda settimana di corsa del Giro.

Il giorno seguente, domenica 19 maggio, si parte da Manerba del Garda per arrivare a Livigno dopo una cavalcata di 220 chilometri che attraverserà le tre principali Valli bresciane, la Valsabbia, la Valtrompia e la Valcamonica. Saranno affrontati il passo del Lodrino, l’inedito, per il Giro d’Italia, colle di San Zeno a 1500 metri, discesa in Valpalot e poi si percorrerà per intero la Valcamonica fino a Edolo, svolta a sinistra per l’Aprica, discesa a Tirano, sconfinamento in Svizzera rientro in Italia dalla Forcola di Livigno a oltre 2200 metri di quota e con non bastasse la salita al bike park del Mottolino attraverso una strada che deve essere ancora realizzata. Una tappa da togliere il fiato.

Il Giro 2024 presentato ieri a Trento, nell’ambito del Festival dello Sport, è un giro nell’altimetria meno duro forse di altri anni, ma con tanti trabocchetti disseminati qua e là.

Gli elementi chiave

Due gli elementi chiave: gli sforzi non sono concentrati nell’ultima settimana, ma distribuiti lungo tutte le tre settimane, tant’è che la seconda tappa presenta subito la salita al Santuaro d’Oropa, 25 anni dopo l’impresa di Pantani che aveva come gregari i bresciani Zaina e Velo e in ammiraglia Martinelli. Altro elemento chiave il ritorno delle cronometro e di discreta lunghezza per strizzare l’occhio a Filippo Ganna: una prima da Foligno a Perugia di 37 chilometri e poi quella di Desenzano di 31 chilometri particolarmente adatta al campione piemontese.

Il percorso

Vediamolo nel dettaglio questo Giro. Partenza il 4 maggio dalla reggia di Venaria per il traguardo di Torino con l’omaggio al Grande Toro (Urbano Cairo docet) nel 75esimo anniversario della tragedia di Superga. Il giorno dopo, come detto in precedenza, la salita Pantani ad Oropa. Primo sprint il 6 maggio a Fossano, poi una tappe miste ad Andora, Lucca, e Rapolano Terme prima della crono da Foligno a Perugia.

Anche qui, come nel caso di Desenzano, il giorno seguente la crono c’è una tappa di montagna da Spoleto ai Prati di Tivo, soli 150 chilometri ma insidiosi.

La seconda domenica del Giro si torna a Napoli per vivere una tappa che strizza l’occhio ai velocisti. Riposo nel golfo partenopeo prima della suggestiva partenza da Pompei per arrivare a Cusano Mutri, bocca di Selva, arrivo in salita inedito che farà male. Francavilla al Mare e Cento sono due tappe sulla carta per velocisti con l’intermezzo di Fano sulle colline marchigiane mai banali.

Ed eccoci arrivati alla crono di Desenzano, altri 31 chilometri contro il tempo che cambieranno la classifica. E se non bastasse il giorno seguente il tappone da Manerba a Livigno con il massimo dislivello e lunghezza del Giro: 5200 metri per 220 chilimetri che potrà come spesso accade riservare due corsa in una: per la tappa e quella per la generale fra i migliori che si marcheranno stretto. Dopo l’ultimo riposo in quota la Livigno Santa Caterina in Valgardena presenta sì lo Stelvio come Cima Coppi in partenza (che spreco), poi non pare destinata a fare sconquassi a differenza della successiva da Selva di Gardena al passo Brocon, tappa autenticamente dolomitica.

Ultimo traguardo per velocisti a Padova e poi la Mortegliano Sappada piena di trabocchetti (chiedere a Visentini) e la Alpago Bassano del Grappa con due volte l’ascesa impegnativa del monte Grappa prima dell’apoteosi finale ai fori Imperiali a Roma.

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