Giovanni Toti verso le Olimpiadi: «Per il badminton un colpo di fulmine»

Da terzo italiano del ranking a primo azzurro ai Giochi olimpici in meno di dodici mesi. Quello del clarense Giovanni Toti è un percorso di ascesa senza limiti, che lo ha condotto fino alla rassegna a cinque cerchi, una manifestazione impossibile da sognare soltanto l’anno scorso e diventata una realtà dopo calcoli arzigogolati nel meccanismo di recupero degli atleti e di assegnazione continentale delle carte.
La destinazione finale del viaggio sarà l’arena di Porte de la Chapelle, dove Toti diventerà anche il primo atleta olimpico clarense, un onore per la città di Chiari, che sabato scorso ha festeggiato l’azzurro in piazza Zanardelli.
«L’incontro è stato un motivo di orgoglio soprattutto per la mia famiglia e per i ragazzi del club in cui ho cominciato».
La storia di Giovanni Toti
Nato il 28 dicembre 2000, inizia a praticare il badminton negli anni delle scuole medie, nei ranghi della Gsa Chiari, ma ben presto si trasferisce a Milano dove risiede tuttora. È tesserato per il Centro sportivo dell’Esercito italiano e in carriera vanta un titolo italiano assoluto nel 2021 e numerosi allori a livello giovanile, otto fra singolare e doppio. In maglia azzurra ha totalizzato 101 presenze, comprese quelle agli ultimi campionati Europei. Tante anche le medaglie conquistate a livello internazionale, tra le quali l’oro ai Giochi Olimpici della Gioventù disputati a Buenos Aires nel 2018. Ha alternato con profitto pratica sportiva e studio, diplomandosi all’Istituto professionale a indirizzo Socio sanitario. A Parigi disputerà il torneo di singolare maschile, con l’obiettivo di vincere almeno una partita e classificarsi in una discreta posizione nella graduatoria del turno preliminare. «Sto vivendo un’emozione mai sperimentata, che mi ripaga di una vita scandita da numerosi sacrifici - afferma -. A 14 anni sono andato via di casa per inseguire un sogno e adesso posso dire di averlo realizzato. Dedico la qualificazione ai miei genitori Pietro e Cristina, che mi sono stati sempre vicini e mi hanno incoraggiato anche quando i risultati non arrivavano. Grazie a loro ho potuto permettermi i primi tornei, se sono un professionista è merito di mamma e papà».
Il capitolo iniziale della storia fu un invito ricevuto nel 2012 nell’aula dell’Istituto Toscanini. «L’allenatore del Gsa Chiari Massimo Merigo stava reclutando nuove leve nelle scuole e io decisi di provare». Bastò il primo sguardo per far scoccare l’amore e appena una stagione agonistica per acciuffare il primo titolo di campione italiano Juniores. «Non avevo ancora 14 anni. Capii che se volevo diventare un grande di questo sport avrei dovuto lasciare la famiglia e trasferirmi al centro tecnico federale di Milano, dove sono stato coinvolto in numerosi progetti giovanili».
Una scelta decisiva
La vicenda agonistica assunse un perché la notte del 12 ottobre 2018, quando ai Giochi olimpici giovanili di Buenos Aires Toti (diciassettenne all’epoca), con una grande prestazione, conquistò la medaglia d’oro nella gara a squadre. Il percorso è poi continuato col «ProgettoGiovani duemila20e24» e l’ingresso nell’Esercito («Devo ringraziare il mio Corpo per il supporto quotidiano»). Il quadriennio 2020-2024 ha fatto germogliare i fiori più belli, perché seguendo prima i consigli tecnici degli spagnoli Arturo Ruiz e Javier Gallego e poi del cinese Zhou Junling, Giovanni ha piantato la bandierina tricolore nella mappa parigina. Nel mentre si è diplomato da privatista e si è iscritto all’università on-line («Scienze motorie, tanto per rimanere nell’ambito»), ma lo scombussolamento della sua vita è avvenuto nel giro di un anno. «All’inizio del 2023 ero il terzo italiano nei radar federali, poi l’azzurro di punta ha abbandonato l’attività e così siamo rimasti in pista io e Caponio». Toti è intorno alla settantesima posizione del ranking globale, ma è riuscito a rientrare tra i 36 olimpici per via di un regolamento complesso, che gli ha consegnato la certezza oltre un mese più tardi rispetto alla sua ultima apparizione nel circuito. «Alla chiusura della classifica mi sono ritrovato come primo degli esclusi. Poi, però, altre nazioni hanno dovuto fare delle scelte e così sono rientrato tra i qualificati».
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