Giovanni Toti, da Chiari alle Olimpiadi: primo azzurro nel badminton

Vincenzo Cito
Il ventitreenne è felice, «perché questo sport, con la mia presenza a Parigi, otterrà la giusta visibilità»
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Chiari abbraccia il suo olimpionico Toti
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Non Milano che pure ha un Palasport tutto dedicato al badminton, e neppure l’Alto Adige che conta tre squadre in serie A. È stata la piccola, orgogliosa Chiari a portare, per la prima volta nella storia, un atleta di questo sport ai Giochi nel singolare maschile. Si tratta di Giovanni Toti, 23 anni, che ha scoperto la disciplina a scuola, ha continuato a praticarla nel club di casa, a 18 anni ha vinto l’oro alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires e tra poche settimane disputerà quelle di Parigi, al termine di un percorso cominciato alle medie Toscanini, quando si avvicinò al gioco per pura curiosità.

Ricorda Massimo Merigo, suo insegnante di educazione fisica e ora presidente del Gsa Chiari che milita in A dal 2018 e per due volte si è qualificato ai play off scudetto. «Tutto iniziò alla fine degli anni Novanta, quando con altri colleghi proposi agli studenti attività nuove. Quella che li incuriosì fu proprio il badminton, sport fino ad allora sconosciuto in provincia, prima che Paolo Ortolani, allora delegato provinciale della Federazione, organizzasse corsi di aggiornamento per gli insegnanti».

Toti insieme a Massimo Merigo, presidente del Chiari - © www.giornaledibrescia.it
Toti insieme a Massimo Merigo, presidente del Chiari - © www.giornaledibrescia.it

Passione

Da allora il travaso fra la scuola e il Gsa Chiari è stato ininterrotto e tuttora la squadra - nata proprio per dare uno sbocco agonistico agli studenti - è formata quasi per intero da giovani del paese. «Giovanni si appassionò subito - ricorda Merigo -. Veniva dal tennis e trovava più divertente allenarsi in gruppo come avviene nel badminton». Il primo a intuire le sue qualità fu l’istruttore Fabio Cogi. «Mi occupavo di quelli arrivati da poco - ricorda -, mi bastarono pochi allenamenti per accorgermi delle grandi potenzialità di Giovanni. Aveva una grande voglia di imparare, era animato da un grande spirito agonistico e consigliai all’allenatrice Erika Stich di aggregarlo subito alla prima squadra». Da allora la scalata di Toti è stata inarrestabile. Già nel 2014 arrivò il primo titolo nazionale giovanile e a soli 14 anni gli fu proposto di trasferirsi al centro federale di Milano per il progetto che aveva la finalità di portare un italiano all’Olimpiade. All’epoca la prospettiva era molto remota.

Sacrificio

«Non fu facile staccarsi dall’ambiente familiare - racconta Giovanni - e cambiare radicalmente abitudini. Scuola al mattino e tutti i pomeriggi dedicati agli allenamenti». Toti ce l’ha fatta dimostrando fin da allora un enorme spirito di sacrificio, rinunciando ai tanti divertimenti dei ragazzi della sua età. «A livello agonistico la preparazione è molto impegnativa. Oltre a quella fisica, supportata dal lavoro in palestra, c’è quella tecnica in campo, abbinata a esercizi di agilità per sviluppare l’esplosività e la rapidità che serve poi in partita». Ciò non gli ha impedito di diplomarsi all’istituto professionale a indirizzo socio-sanitario e ora è iscritto a Scienze Motorie.

Supporto

Giovanni Toti in azione - © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Toti in azione - © www.giornaledibrescia.it

Toti deve molto al club di origine, che non ha posto ostacoli quando sono maturate le condizioni per spiccare il grande salto. «Dopo aver vinto l’oro alle Olimpiadi giovanili mi fu proposto di entrare nel gruppo sportivo dell’Esercito e così ho potuto vivere il badminton da professionista. Ma le mie radici restano ben ancorate al Chiari, perché i miei ex compagni di squadra sono anche i miei più cari amici». Quando torna a casa Giovanni si allena con la squadra del Gsa ed è prodigo di consigli per chi comincia. La caccia al pass olimpico è stata spasmodica. Per anni Toti ha girato il mondo per affrontare i più forti, migliorare il proprio ranking e proporsi alla ribalta internazionale. L’obiettivo olimpico era stato ottenuto solo da due donne, Agnese Allegrini nel 2008 e Jeanine Cicognini nel 2016. «Essere il primo uomo a rappresentare l’Italia all’Olimpiade non mi basta - assicura -. So che sarà durissima, ma a Parigi voglio fare più strada possibile perché finalmente il badminton con la mia presenza ai Giochi avrà in Italia la visibilità mediatica che merita». Ieri sera, intanto, Chiari è scesa in piazza per abbracciarlo e spingerlo col suo tifo verso i Giochi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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