Formula 1, il pilota bresciano Alex Caffi sul finale del mondiale

L’ ultima gara del campionato di Formula 1, che si disputerà dopodomani, domenica, ad Abu Dhabi, decreterà il vincitore del mondiale tra Max Verstappen e Lewis Hamilton. È una situazione anomala, perché solitamente il campionato si decideva in anticipo. Non è la prima volta, ma la cosa che rende tutto più interessante è che i due piloti si presenteranno per l’ultima sfida appaiati in classifica con 369.5 punti, con nove vittorie per il pilota della Red Bull e otto per quello della Mercedes. Questa la situazione, al termine del Gp d’Arabia Saudita. Una gara spettacolare nel suo insieme, resa tale dai piloti, ma anche - se non sopratutto - dai commissari e dalla direzione di gara. Su questo ultimo appuntamento, che ci ricorda, nella parte finale, la sfida del 1989 tra i due compagni di squadra della McLaren Alain Prost e Ayrton Senna, è interessante sentire il parere del pilota bresciano-monegasco Alex Caffi, che partecipò a quel campionato.
Tra l’atipicità della situazione e la prevedibile tensione tra i piloti, che ricorderà quella del Mondiale di trentadue anni fa. «Max, Lewis e le rispettive squadre proveranno nervosismo - afferma Caffi -. Gli altri penseranno alla propria gara senza alcuna preoccupazione. Mi ricordo che tra noi, nel 1989, quando la lotta era tra Prost e Senna, non c’era alcuna tensione. Ognuno pensava a se stesso. Non dimentichiamoci, però, che anche Prost e Senna hanno vinto i Mondiali buttando fuori gli avversari, rischiando anche di farsi male, e nessuno interveniva. I veri 'duelli' in pista come quelli tra Villeneuve e Arnoux non si vedono più. Quelli di adesso fanno ridere».
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Come a dire: in Formula 1, adesso, ci sono troppe regole. «È diventata monotona. Per questo si studiano nuove soluzioni e nuove regole. L’eccesso, tuttavia, non aiuta. Perché, come succede spesso, a volte vengono fatte rispettare e a volte no, a secondo dei casi. Questo ha fatto diventare più importanti i commissari, che decidono durante e dopo la gara con punizioni a volte non molto comprensibili. Noi, con meno regole, ci comportavamo in modo diverso. Con più rispetto e buon senso. Certo anche noi cercavamo di buttarci fuori, ma sapevamo che la gara successiva chi aveva sbagliato subiva le conseguenze, e nessuno diceva nulla. Né giornalisti, né cronisti. All’ultimo Gp ho sentito un giornalista criticare perché era stata segnalata bandiera rossa, senza sapere il motivo né la situazione reale in pista. Se ci fossero piloti competenti ad affiancare i cronisti sarebbe meglio».
Caffi è restio all’idea di fare pronostici su Abu Dhabi. «Chi vince? Non ne ho la minima idea. Entrambi possono farcela. Verstappen è l’astro nascente, e darà il massimo come al solito, anche se la sua vettura è meno potente dell’attuale Mercedes. Hamilton, dal canto suo, ha la vettura più potente. Dovrebbe partire subito forte e cercare di non farsi avvicinare dell’avversario. Ma è una gara aperta, interessante da seguire». Una curiosità, nemmeno troppo lontana dallo spettro delle possibilità. Se entrambi, per un motivo o per un altro, si ritirassero, la vittoria andrebbe a Max Verstappen, che ha conquistato una vittoria in più dell’avversario.
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