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Coppa delle Alpi, la quarta tappa attraversa il Liechtenstein

Francesca Roman
Da Vaduz alle sponde del lago di Zurigo sembra di stare in una pubblicità delle Alpenliebe. L’arrivo a fatica sotto la pioggia
  • La quarta tappa della Coppa delle Alpi
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Cartoline dalla Svizzera. La quarta tappa della Coppa delle Alpi si corre quasi tutta in terra elvetica, da St. Moritz, nella valle dell’Engadina, a Gstaad, nel Cantone di Berna. Le trenta vetture d’epoca, e il convoglio di opinion leader che le segue, oggi hanno percorso quasi 400 km. È la giornata più lunga. Le prime prove cronometrate sono sullo Julierpass, ancora ammantato di neve. In testa alla classifica provvisoria, dopo la terza tappa di ieri, ci sono ancora Genesi e Rohr sulla loro Fiat 508 S Balilla Coppa D del 1934, determinati a mantenere il primato fino alla fine. Scendendo di quota la neve si è sciolta, mostrando una teoria di pini verdi e tetti rossi. L’appuntamento è a Vaduz, in Liechtenstein, dove il primo ministro Daniel Risch dà il benvenuto agli equipaggi. È la prima volta che la Coppa delle Alpi si spinge fin quassù, arrivando ad attraversare ben sette Paesi nei suoi cinque giorni di manifestazione.

In Liechtenstein

«Nonostante siamo un piccolo Paese - commenta Risch - abbiamo un grande spirito imprenditoriale e si basa proprio su questo la nostra forza. Ci sentiamo molto europei e per noi è un enorme piacere avervi qua, grazie per essere venuti».

Da Vaduz alle sponde del lago di Zurigo sembra di stare in una pubblicità delle Alpenliebe. O di una tavoletta di cioccolata Milka. Anche il profumo che si respira nell’aria è di una dolcezza che rimanda ai profumi d’infanzia, quelli che s’immaginavano guardando il cartone di Heidi in tv. In questa porzione di Svizzera, dove madre natura ha disegnato e l’uomo è stato rispettoso, i prati sono di un verde brillante tempestato di fiori gialli, con le mucche e le caprette che fanno ciao. Le scocche colorate sfilano via veloci fino a Lucerna, dove il Museo svizzero dei Trasporti le accoglie tra i suoi tesori: tra motori d’epoca ci s’intende.

«Il museo è incentrato sull’evoluzione della tecnologia - spiega il direttore Daniel Geissmann - sui trasporti e sulle comunicazioni. Per noi ospitare un evento di 1000 Miglia è una grande opportunità per dare lustro al nostro museo e farlo conoscere anche agli appassionati di auto storiche».

Pomeriggio di pioggia

Dopo pranzo (tardivo) il sole abbandona la gara. E piove sui nostri volti silvani, e sulle mani ignude dei piloti alla guida delle cabriolet. Chi può chiude la capote, agli altri equipaggi non resta che prenderla con sportività. A Gstaad mancano ancora 140 km. Il castello medievale di Thun svetta imponente all’ingresso del Cantone di Berna. Il traffico del tardo pomeriggio rallenta un po’ le vetture, i severi limiti di velocità svizzeri fanno il resto: l’arrivo di tappa è quantomai sofferto.

Stasera a cena si parlerà di best practice nelle produzioni agroalimentari di montagna. E così anche domani sera a Courmayeur, ultima località toccata dalla manifestazione. Sabato mattina, infine, un convegno tirerà le somme di quanto discusso durante tutto questo Grande Viaggio Alpino.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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