Atletica Brescia 1950 sul tetto d’Italia con il settimo scudetto

La settima meraviglia del mondo sportivo è lo scudetto femminile dell’Atletica Brescia 1950, estratto sul fondo del manto rosso tartan e verde erba del Gabre Gabric. Sul tavolo bollente di Sanpolino le Leonesse calano il Settebello che illumina uno stupendo weekend di corse, salti e lanci.
Continuità
Sul trono d’Italia, per la settima volta di fila, dal 2019 al 2025, la leadership non cambia. Sono sempre le atlete bresciane a urlare a squarciagola mentre ricevono lo scudo tricolore che illumina lo spirito, emoziona i cuori e ritempra i corpi in una domenica afosa. Anziché sciogliersi sotto il sole cocente, le Leonesse mantengono stabilmente a distanza il Cus Pro Patria e a certificare il successo nel mezzogiorno di fuoco è l’arrivo a braccia alzate di Alice Mangione, ultima frazionista della vincente staffetta del miglio.
A quel punto, con due gare ancora da mandare a referto, il distacco tra bresciane e meneghine è di sei lunghezze, ma considerati i tre nulli nell’asta di Giulia Valletti Borgnini il Cus non ha più carte per il sorpasso.
Il settimo sigillo si iscrive nella storia durante il fine settimana del giubileo degli sportivi, spedendo il sodalizio cittadino nel gotha dell’atletica azzurra. È una festa per le atlete, i tecnici, i dirigenti e i familiari. Tutti hanno contribuito a inserire una tessera nel mosaico, disegnando un ritratto stupendo da consegnare agli annali.
Figure
C’è la mano del presidente Sebastiano Di Pasquale, instancabile motivatore delle atlete, procacciatore di sponsor e fine tessitore dei rapporti istituzionali. Ci sono le menti di Adriano Serina e Alessandra Melchionda, i cervelli della direzione tecnica, che anziché spaventarsi nel prendere il testimone lasciato improvvisamente un anno fa da Stefano Martinelli (ci piace sognarlo sorridente tra le schiere di cherubini e serafini a godersi lassù quanto di grande realizzato dalle sue pupille quaggiù) si sono rimboccati le maniche e hanno tessuto quotidianamente un’armatura invalicabile. Ordito e trama sono stati intrecciati dalla pletora di tecnici che hanno seguito dappertutto le gesta delle 22 ragazze della rosa, migliorandone le doti tecniche, mentre a rendere salde le virtù umane hanno pensato papà e mamme delle ragazzine saltellanti come schegge impazzite con la medaglia al petto.
Esame superato
La ciliegina sulla torta è la stupenda organizzazione, riconosciuta da club ospiti e presidente federale («Brescia si conferma uno degli ambienti più dinamici dell’atletica italiana», ha chiosato Stefano Mei), sfoderata per la seconda volta dopo il 2022: tutto è filato liscio, dunque il trionfo è completo.
Classifica. Nell’albo d’oro l’Atletica Brescia 1950 svetta con 176 punti, otto in più del Cus Pro Patria Milano e 29 dell’Atletica Vicentina. Cinque vittorie di tappa (alle tre di sabato si aggiungono i 200 metri di Gloria Hooper e la 4x400 con Alessia Seramondi, Sophia Favalli, Anna Polinari e Alice Mangione), tre piazze d’onore (ieri quelle di Seramondi nei 400 ostacoli, Sofia Coppari nel disco e Veronica Crida nel lungo) e fieno portato in cascina con Alexandra Almici quinta negli 800, Federica Zanne sesta nei 5000 e Giada Pozzato sesta nell’asta.
Come le bresciane dominano in campo femminile, così l’Enterprise Sport & Service di Ariano Irpino impera tra gli uomini, superando Athletic Club 96 Alperia di Bolzano e Atletica Firenze Marathon.
Enfant du pays
Non solo Atletica Brescia 1950, a gonfiare il vessillo del movimento provinciale sono anche i talenti locali protagonisti tra gli applausi dei numerosi appassionati: Francesco Pernici vince gli 800 in 1’46”80 (contribuendo al successo avellinese), Alessandra Bonora e Andrea Federici sono entrambi terzi nei 200.
In chiave nazionale da rimarcare il 2,26 di Matteo Sioli nell’alto, il 21,22 di Leonardo Fabbri nel peso e il 6,42 della quindicenne Kelly Doualla nel lungo. «We are the champions» risuona nell’aria, mentre esplode la festa delle padrone di casa, corroborata da un gustoso spiedo all’ombra pomeridiana. Il piatto tipico bresciano per irradiare l’aroma di chi domina su pista e pedane.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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