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Il presidente dell’Atletica Brescia 1950: «Scudetto da duri e puri»

Sebastiano Di Pasquale: «Ha pagato la nostra politica di gareggiare senza i prestiti giornalieri, noi i più completi in tutte le specialità»
I presidenti dell'Atletica 1950 e della Fidal Brescia, Sebastiano Di Pasquale e Rolando Perri - New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
I presidenti dell'Atletica 1950 e della Fidal Brescia, Sebastiano Di Pasquale e Rolando Perri - New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
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Quando lo speaker urla il nome dell’Atletica Brescia 1950 campione d’Italia, Sebastiano Di Pasquale sale sul gradino più alto del podio per sollevare al cielo la coppa, mentre le atlete stappano le bottiglie di spumante per innaffiare il pomeriggio di festa.

Lo scudetto

Lo scudetto tricolore fa capolino accanto allo striscione che ricorda la memoria di Stefano Martinelli. Ha perso la voce ed è diventato rosso sulla faccia, eppure il presidente del sodalizio cittadino non smette di ringraziare una a una le protagoniste della storia infinita. «Il messaggio – spiega Di Pasquale – è che anche quest’anno abbiamo vinto senza ricorrere ai prestiti giornalieri. La nostra politica del “duri e puri” ha pagato, però siamo stati gli unici a farlo. Abbiamo scartato un settimo posto, a dimostrazione dl livello medio dei nostri piazzamenti. La formula ha premiato il team più completo in tutte le specialità».

Il sogno futuro sarà «creare una forte squadra giovanile, così da garantirci il ricambio», mentre il ringraziamento presente è ai più stretti collaboratori: «Devo esprimere riconoscenza a Massimiliano Prerml, Piera Inverardi, Alberto Zanetti, Stefano Peli, Valter Braghini e ovviamente alla direzione tecnica».

Umiltà e unità

Silenziosi, sempre nell’ombra, eppure Adriano Serina e Alessandra Melchionda, gli artefici del progetto tecnico, si lasciano andare dopo aver raggiunto il traguardo. «È stato più difficile da vincere rispetto agli altri, perché la Pro Patria si era potenziata parecchio, ma un paio di gare hanno spostato l’equilibrio in nostro favore. Sapevo che saremmo stati in bilico fino alla 4x400, ma abbiamo dimostrato di essere compatti», racconta Serina.

Melchionda chiosa: «La vittoria ripaga i sacrifici delle ragazze e della società ed è in continuità con quanto aveva saputo cominciare Stefano Martinelli. I segreti del team sono l’umiltà e l’unità. Il clima di serenità ci distingue rispetto agli altri club. Siamo stati bravi a neutralizzare il Cus Pro Patria».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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