Al Rigamonti 3 sconfitte: in casa per il Brescia fatica storica

Le rondinelle hanno smarrito la strada di casa. Sì, perché la seconda, abulica, prestazione sottotono consecutiva fra le mura del Rigamonti è coincisa con il secondo ko di fila casalingo. La banda di Inzaghi, così spietata in trasferta (sei vittorie su otto partite con 19 punti incassati), in casa si fa piccolina e nelle prime otto uscite ha messo insieme la miseria di 11 punti. E la terza sconfitta interna in questo primo periodo di partite eguaglia il record negativo da quindici anni a questa parte.
Dalla stagione 2005/2006, quella del ritorno in cadetteria dal «periodo d’oro» del quinquennio di Serie A, prima di quella attuale, solo altre due volte il Brescia aveva lasciato «via libera» alle avversarie a Mompiano per tre volte nelle prime otto uscite casalinghe: nel 2007/2008, con Cosmi in panchina (ma con cinque vittorie per 15 punti totali); e nel 2011/2012 (Scienza e poi Calori), con lo stesso ruolino di marcia messo a referto da Inzaghi ai giorni nostri (tre vittorie, due pareggi, tre ko).
Se dal punto di vista «emozionale» le tre sconfitte casalinghe rappresentano già un punto abbastanza basso della storia recente dei biancoblù, in termini strettamente di punteggio non si tratta della peggior performance. Sempre nel periodo considerato, dal 2005 ad oggi, è stato fatto peggio nel 2013/2014, «l’annus horribilis» iniziato con Giampaolo e proseguito con altri quattro cambi (appena 8 punti frutto di una vittoria, cinque pari e due sconfitte). Poco meglio, dieci punti (due vittorie, quattro pareggi e due ko), nel 2014/15 e 2017/18. Curiosamente, altre due stagioni da «panchine girevoli». Di contro, nel 2018/2019 (Suazo e poi Corini) e nel 2015/2016 (Boscaglia) il miglior risultato dal 2005 ai giorni nostri: sei vittorie e due pareggi per 20 punti messi in cascina.@Sport
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Ma, e proprio questi ultimi dati ce lo testimoniano, un buon (o cattivo) inizio di campionato in casa non equivale ad un piazzamento di spessore (o viceversa) a fine stagione. Sì, perché se ormai tre stagioni fa proprio sul rendimento casalingo il Brescia costruì la propria cavalcata verso il ritorno in A, nell’altro caso al termine della B arrivò un deludente e anonimo undicesimo posto. E nelle altre due stagioni (2012/13 e 2016/17) chiuse da imbattuti in casa nelle prime otto giornate, arrivarono rispettivamente un sesto posto (e play off perso col Livorno) e addirittura un quindicesimo posto. Nella stagione 2009/2010, invece, anche se nelle prime otto giornate arrivarono due sconfitte, poi a fine stagione si festeggiò la promozione al termine di un playoff al cardiopalmo. Quindi, se la storia insegna qualcosa (e lo fa sempre, in qualche modo), il consiglio che potrebbe dare ad Inzaghi è quello di tenere la barra dritta. Perché nonostante qualche inciampo il sogno è sempre lì.
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