Uccise Simona, perizia per Cadei

Secondo il consulente della difesa Elio Cadei non era capace di intendere e volere. In aula a febbraio
AA

Per la difesa Elio Cadei il 15 novembre di un anno fa non era lucido quando a Provaglio di Iseo uccise a calci e pugni e soffocò la fidanzata Simona Simonini. Compagna di una vita segnata, per entrambi da alcol, droga e botte.

«Non ricordo nulla» disse il giorno dell’arresto dopo che lui stesso chiamò i carabinieri. La sera prima avevano bevuto sette bottiglie di vino. Ieri nell’udienza preliminare in aula si sono trovati da una parte i genitori di Simona Simonini e dall’altra Elio Cadei.

L’avvocato Abate, legale di quest’ultimo, ha chiesto la celebrazione del processo con rito abbreviato condizionato ad una perizia psichiatrica che il giudice ha accolto disponendo un consulto i cui esiti dovranno essere depositati entro sessanta giorni.

Il legale di Cadei ha depositato una consulenza di parte, firmata dal primario del Fatebenefratelli Giuseppe Rossi che attesterebbe il precario stato psichico dell’uomo accusato dell’omicido della fidanzata.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia