Uccellagione: il conte Catturich a processo a 93 anni

Per l’accusa avrebbe cacciato specie vietate. Lui si difende: «È uno studio scientifico»
Un pettirosso   © www.giornaledibrescia.it
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Rischia di essere l’imputato più anziano entrato in un’aula di tribunale a Brescia.

Con i suoi 93 anni compiuti lo scorso aprile il conte Pietro Catturich Ducco questa mattina comparirà davanti ad un giudice. È accusato di uccellagione, reato contestatogli dalla Procura il 18 ottobre di due anni fa quando i carabinieri forestali, mandati dall’allora procuratore aggiunto Sandro Raimondi, fecero irruzione nella sua tenuta di Camignone di Passirano.

Un blitz che l’anziano conte, contitolare con il figlio Giorgio di un’antica attività vitivinicola, non dimentica considerando che accusò un malore davanti agli uomini in divisa che perquisirono l’azienda immersa nelle colline della Franciacorta.

L’indagine. Secondo l’accusa Catturich «in assenza di qualsiasi titolo autorizzatorio, nella sua proprietà esercita l’uccellagione utilizzando numerose reti e richiami elettroacustici con amplificazione di suono». Attraverso il suo legale, l’avvocato Alberto Scapaticci, il 93enne si è sempre difeso spiegando che la sua non era un’attività venatoria, ma scientifica.

Dal 2009 avrebbe infatti trasformato il roccolo di famiglia in un Osservatorio ornitologico.

Gli uccelli, questa la tesi, verrebbero sì richiamati attraverso sonorità artificiali e bloccati con apposte reti, ma con finalità diverse da quelle ipotizzate dagli inquirenti. Vorrebbe solo studiare gli esemplari della fauna stanziale.

I volatili fin dalla nascita dell’Osservatorio nella primavera di nove anni fa, sarebbero infatti sempre stati pesati, analizzati, schedati e successivamente rimessi in libertà dopo l’apposizione di un anellino.

Così da permettere ad altri studiosi di valutare il percorso e la salute degli animali.

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