Sognava il martirio in Siria: archiviato il caso della bresciana

«Non ci sono elementi per sostenere l'accusa in giudizio». È la motivazione con cui il Gip ha archiviato il procedimento a carico di Sara Pilè
"NON E' UNA TERRORISTA"
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«Non ci sono elementi utili per sostenere l'accusa in giudizio». Con questa motivazione il Gip del tribunale di Brescia ha archiviato il procedimento penale a carico di Sara Pilè, 26enne bresciana che era stata coinvolta in un'inchiesta della Digos perché sospettata di avere legami con l'Isis.

Secondo gli inquirenti lei e il marito volevano scappare in Siria a bordo di un'auto che stavano comprando in internet. Convertita all'Islam, sempre vestita con il Niqab, il velo che lascia intravedere solo gli occhi, la giovane bresciana nella primavera del 2016 è stata raggiunta da misura di sorveglianza speciale perché ritenuta soggetto pericoloso mentre nell'ambito della stessa inchiesta il marito tunisino era stato espulso. Un anno dopo, l'inchiesta è stata archiviata.

«Ora chiederemo la revoca della misura cautelare essendo caduto il procedimento penale» ha commentato l'avvocato Enzo Bosio, legale di Sara Pilè. «Tra indossare il Niqab ed essere una terrorista ci passa non un mare ma un oceano».

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