Riportati alla luce i resti di una chiesa dell’alto Medioevo a Provaglio d'Iseo

Le vestigia di un tempio intitolato a San Vigilio, caduto in rovina nel tardo Seicento, realizzato tra l'VIII e il IX secolo
MONTEROTONDO, I RESTI DELLA PIEVE
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I resti di una chiesa alto medievale - con elementi di riuso di materiali romani - sono stati portati alla luce nel corso di scavi archeologi avvenuti tra luglio e agosto nel bosco tra Provaglio e Passirano, a sud della cascina Dossello. Sono le vestigia di un tempio intitolato a San Vigilio, caduto in rovina nel tardo Seicento e realizzato in un periodo compreso tra l’VIII e il IX secolo, in un’area già frequentata in epoca romana.

I risultati delle indagini

Ieri la presentazione dei risultati dell’indagine preliminare. In particolare l’attenzione era destata da un muro con un elemento curvilineo absidale e dai resti di un muro perimetrale. Alla chiesa - come hanno permesso di evidenziare la rimozione di pietre e terriccio, nonchè quattro saggi - era addossato, sul lato sud, un piccolo locale - forse la sacrestia - e un cortile sul quale si affacciavano alcuni edifici, uno dei quali con un corpo a torre. Tracce di robuste muraglie, fanno ipotizzare che l’insediamento fosse, in una certa epoca, fortificato.

Durante il sopralluogo agli scavi, sono intervenuti ieri, Don Giovanni Isonni, parroco di Monterotondo, Serena Solano, funzionaria della Soprintendenza, Ivana Venturini, archeologo professionista, Angelo Valsecchi, presidente dell’ associazione storico-archeologica Uspaaa, il Soprintendente Luca Rinaldi e i sindaci Vincenzo Simonini (Provaglio d’Iseo) e Francesco Pasini Inverardi (Passirano). L’intervento è stato promosso da un gruppo di appassionati facenti parte della parrocchia di Monterotondo.

I commenti

«Un momento bello per la comunità - ha detto don Isonni -. È emozionante vedere quanto è emerso sotto quello che sembrava solo un muro pericolante». «Gli elementi ritrovati sono di grande importanza - ha proseguito il Soprintendente Rinaldi - Siamo di fronte a un sito di elevato interesse».

«Il restauro e il consolidamento conservativo dei muri dell’abside sono stati fatti (a cura del restauratore Sina, ndr) - ha testimoniato Serena Solano della Soprintendenza -. Siamo all’inizio di quello che penso sia un bel percorso». «Risultati molto superiori alle aspettative - ha sostenuto l’archeologa Ivana Venturini -. Ecco una chiesa con navata, lesene e una monofora dell’abside. Abbiamo trovato anche un frammento scultoreo, un pluteo di divisione tra abside e navata, con caratteristiche stilistiche tipiche dell’ottavo-nono secolo».

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