Punto nascite a Iseo: Ghitti fa appello al Ministero

Il sindaco punta sulle necessità del servizio per realtà isolate come Zone e Monte Isola
I Comuni non si arrendono: rivogliono il Punto nascite - Foto © www.giornaledibrescia.it
I Comuni non si arrendono: rivogliono il Punto nascite - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Zone e Monte Isola sono comuni disagiati dal punto di vista territoriale e per questo necessitano di un presidio ospedaliero vicino e attrezzato, compreso di sala parto». Su questa esigenza farà leva Marco Ghitti, sindaco di Iseo, nel suo appello al Ministero della salute.

All’indomani dell’incontro avuto con la Commissione sanità della Regione Lombardia, lo scorso venerdì 23 ottobre, per richiedere la deroga del Punto nascite eliminato dall’ospedale di Iseo per numeri non raggiunti dal decreto 70, Ghitti ha deciso di appellarsi direttamente a Roma, tramite l’Anci regionale e nazionale. E per far sì che l’appello firmato da tutti i sindaci del territorio Sebino, bresciano e bergamasco e della Franciacorta possa avere una chance, l’attenzione è puntata sulle situazioni geografiche più difficili.

«Non è tanto una questione di numeri - afferma Ghitti - quanto di posizione geografica: un’isola lacustre, così densamente abitata, non ce l’ha nessuno dei comuni dove è stato cancellato un servizio sanitario e neppure un paese come Zone, arroccato sulle pendici del Guglielmo e con numerosi tornanti per raggiungerlo».

Anche il comitato Pro ospedale continua nella sua campagna e ha raggiunto seimila e cinquecento firme raccolte in tutti i comuni interessati. «Abbiamo fatto anche un calcolo sui parti avvenuti nell’ospedale di Iseo nel quinquennio 2015-2020: sono risultati essere 2.554, quindi più di 500 all’anno - afferma la referente Orsolina Ciocchi -. Inoltre noi già nell’agosto 2019 avevamo avuto il sentore che qualcosa stesse per essere nuovamente portato via da Iseo, dopo l’Oncologia. Si pensava di cominciare a sensibilizzare sulla questione già in quel periodo, poi erroneamente ci siamo fermate, ma ora - conclude la referente del comitato - non ci arrendiamo».

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