Più forte del diabete: Andrea Terzi di Capriolo ha corso la celebre «Eroica»

«Mi è stato diagnosticato nel 2022 - racconta Terzi -. È stata una mazzata, ma ho deciso che non avrei dovuto lasciarmi dominare dalla malattia»
Andrea Terzi all’Eroica a Siena - © www.giornaledibrescia.it
Andrea Terzi all’Eroica a Siena - © www.giornaledibrescia.it
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Ricevere una diagnosi di diabete di tipo 1 non è certo la miglior notizia che un uomo possa ricevere poco prima di compiere i quarant’anni, specialmente se la salute lo ha sempre assistito e gli ha permesso decenni di sport e prestazioni come ultramaratoneta. Andrea Terzi, classe 1982, palazzolese che da una decina d’anni abita a Capriolo, non si è però lasciato abbattere e, pur con tutte le difficoltà del caso, sta promuovendo lo sport per diabetici a livello nazionale correndo pochi giorni fa, in bicicletta, la celebre «Eroica» di Gaiole in Chianti.

Il diabete mellito è provocato da mancanza di insulina, ormone prodotto dal pancreas. Solitamente insorge in età infantile, ma può capitare anche ad adulti, e non è da confondere con il diabete di tipo 2, quello più comune caratterizzato da insulino-resistenza. «Mi è stato diagnosticato a gennaio 2022 - racconta Terzi -. Non posso negare che sia stata una mazzata, ma ho raccolto tutte le mie forze e ho deciso che non avrei dovuto lasciarmi dominare dalla malattia. Allora mi sono fatto seguire dai medici per poter tornare al più presto possibile all’attività fisica. Dopo quasi un anno, lo scorso dicembre ho corso la mia “nuova” prima maratona e, sebbene qualcuno non fosse d’accordo, si è dovuto ricredere».

Terzi allora ha capito che il diabete non lo avrebbe fermato. Certo, gli obiettivi ora sono cambiati e non hanno a che fare solo con le prestazioni sportive personali, perché c’è una componente nuova che è entrata in campo: la vita di uno sportivo non finisce con la diagnosi: «Ho un microinfusore (detto anche “pancreas artificiale ibrido”) collegato con un sensore che ho sul braccio, il quale legge la glicemia in tempo reale e rilascia l’insulina in automatico, e una app sul telefono - spiega -. All’Eroica ho percorso 100 km con una Bianchi degli anni Sessanta insieme ad altre 9mila persone, ma ero in un gruppo sostenuto dalla Fondazione Italiana Diabete che ha donato a me e ad altri dieci atleti diabetici un pettorale ciascuno per partecipare, oltre che fornirci le uniformi. Abbiamo portato a casa due obiettivi: il primo è stato dimostrare che la nostra condizione non preclude l’attività sportiva e inoltre abbiamo raccolto fondi per la ricerca».

Terzi, grazie ad altri sei amici capriolesi, ha appena fondato l’associazione «Quello che ci accade», che presto comincerà a raccogliere fondi per l’Associazione Diabetici di Brescia. Prossimo step correre con il team Runners Capriolese la maratona di Verona.

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