Pisogne, il nibbio bruno salvato sul lago è tornato a volare

Lo hanno trovato due giovani in stato critico; è stato curato al Cras di Paspardo
Il nibbio bruno liberato a Pisogne è stato dotato di trasmettitore satellitare - © www.giornaledibrescia.it
Il nibbio bruno liberato a Pisogne è stato dotato di trasmettitore satellitare - © www.giornaledibrescia.it
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È stato trovato a inizio mese, ferito, sulle rive del lago, a Toline di Pisogne, e sulle medesime acque del Sebino è stato rilasciato la settimana successiva, dopo sette giorni di cure al Centro recupero animali selvatici (Cras) di Paspardo. Un esemplare di nibbio bruno di circa tre anni è tornato a volare grazie a due giovani, che lo hanno raccolto con cura e consegnato nell’unico posto nel Bresciano dove i rapaci possono essere curati.

Aveva un trauma alla testa ed era debilitato, con tutta probabilità a causa dell’urto con i cavi delle linee elettriche, in conseguenza del quale è finito in acqua, riuscendo a portarsi a riva. Gli specialisti del Cras lo hanno tenuto in osservazione per una settimana, notando di giorno in giorno i suoi miglioramenti, sino allo scorso mercoledì, quando ha compiuto il viaggio a ritroso sino a Pisogne, per tornare nel suo habitat naturale. Prima del lancio, il nibbio bruno è stato inanellato e dotato di un trasmettitore satellitare, applicato dal ricercatore dell’Irsa (Istituto di ricerca sulle acque)-Cnr Michelangelo Morganti. L’obiettivo è approfondire le conoscenze sulle rotte di migrazione seguite dalla popolazione prealpina di nibbio bruno per raggiungere il continente africano: per questo Morganti sta dotando alcuni nibbi bruni dei dispositivi.

Nel nord Italia la specie è ben distribuita nella fascia dei laghi prealpini: sul Sebino nidifica in boschi molto pendenti, su pareti rocciose vicino al lago e nella riserva naturale delle Torbiere. Lo si può osservare da marzo a settembre, per la restante parte dell’anno si traferisce nell’Africa subsahariana. «Sarà interessante seguire i suoi spostamenti - dichiara Paolo Trotti, responsabile del Cras -, ora non possiamo far altro che augurargli buon viaggio, sperando di rivederlo ancora in volo sopra il lago d’Iseo nei prossimi anni. Oltre al consueto anello identificativo, che di norma viene applicato ai volatili in cura nei vari centri, è stato dotato di un trasmettitore satellitare che consentirà di tenere traccia di tutti i suoi spostamenti».

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