Piante di cannabis al monte Quarone: per ora via le reti

Il Tar accoglie il ricorso del Comune ma i proprietari attaccano di nuovo
La piantagione di marijuana a Quarone  © www.giornaledibrescia.it
La piantagione di marijuana a Quarone © www.giornaledibrescia.it
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Via le recinzioni della piantagione di cannabis sativa dal Quarone: così mentre il Tar aveva segnato l’1-0 per i proprietari del terreno perché il Comune non avrebbe agito, nei tempi previsti, per la negazione dell’autorizzazione all’inizio dell’attività agricola, lo stesso Tribunale amministrativo ha riportato la situazione al pareggio in un campo parallelo. Sì, il Comune può chiedere che sia rimossa la rete.

E già l’hanno «in parte fatto - dichiara il sindaco Giovanni Coccoli -: le recinzioni sono state in parte rimosse e ben presto dovranno essere tolte completamente».

Ma i legali della società faranno un nuovo ricorso. E, nel caso di vittoria, la rete sarà ricollocata. Nelle ore scorse l’Ente municipale ha interpellato anche il Cai per togliere lo sbarramento di un sentiero, tratturo che invece dovrebbe essere sempre percorribile.

Il sindaco ha fatto, quindi, il punto della primissima fase del contenzioso legale. «Come molti sanno in località Quarone da maggio dello scorso anno - ha detto Coccoli - esiste una piantagione di canapa sativa. Va precisato che per effetto della legge 242/2016 questo tipo di piantagione è legale, ciò non toglie che tali coltivazioni debbano essere praticate in terreni idonei».

Ed è proprio sottolineando i rischi del terreno particolare (in quella zona, tutelata sotto il profilo ambientale) che Gussago intende giocare la carta più pesante, chiedendo non soltanto la rimozione dei ogni struttura di delimitazione, ma l’interruzione definitiva della coltura. «Secondo le norme tecniche del nostro Pgt - spiega il sindaco - ci troviamo infatti in un ambito non soggetto a trasformazione urbanistica (siamo in una zona carsica) e di elevato valore naturalistico, che a nostro avviso non può ospitare attività agricole di questa entità. L’azienda agricola, oltre ad aver realizzato la piantagione (circa un ettaro) ha recintato l’intero appezzamento, infrangendo così un altro divieto previsto in questa zona, recinzione realizzata peraltro senza alcun titolo abilitativo.

Il Comune ha emesso immediatamente un’ordinanza di rimozione della stessa contro la quale, ovviamente, l’azienda agricola ha fatto ricorso. Ora il Tribunale ha dato ragione al Comune».

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