Coltivazione di marijuana «salvata» dal Tar

Secondo i giudici il Comune ha rigettato tardivamente l’atto di inizio dell’attività
La piantagione di cannabis sativa a Quarone © www.giornaledibrescia.it
La piantagione di cannabis sativa a Quarone © www.giornaledibrescia.it
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La coltivazione di marijuana in località Quarone a Gussago resta lì dove è.

La piantagione di cannabis sativa che tante polemiche ha scatenato la scorsa estate per il momento incassa il parere favorevole del Tar. I giudici hanno infatti dato ragione alla società agricola Franciacorta Legal Marijuana srl che ha chiesto l’annullamento del provvedimento comunale di rigetto della Scia, con la segnalazione certificata di inizio attività, presentata a giungo 2018 dalla stessa ricorrente.

Provvedimento che l’amministrazione avrebbe adottato in ritardo, oltre cioè i 60 giorni stabiliti dalla legge. «L’Amministrazione comunale - si legge nella sentenza - non ha assunto entro il termine sopra ricordato alcun provvedimento paralizzante dell’attività segnalata dalla ricorrente».

La contrarietà del Comune di Gussago al progetto non deriva dal tipo di coltivazione - la cannabis light è infatti legale - ma dalla tipologia di terreno.

«Quella è una zona carsica e la mia preoccupazione - spiega Giovanni Coccoli, sindaco di Gussago - è che dovendo utilizzare ingenti quantità d’acqua necessarie per la coltivazione della marijuana il terreno possa collassare e sprofondare nelle cavità naturali presenti. Il nostro strumento urbanistico dice che lì si possono realizzare solo piccole coltivazioni».

Il Comune avrebbe anche potuto giocare un’altra carta per bloccare l’attività anche una volta scaduti i sessanta giorni, esercitando cioè i suoi poteri di autotutela in presenza di ragioni di pubblico interesse da considerarsi prevalenti rispetto agli interessi dei destinatari. Secondo i giudici di via Zima però questo non sarebbe avvenuto perché a luglio il Comune ha emesso un provvedimento che aveva il fine di accertare il parere di conformità urbanistica relativo alla pratica. Comunicazione quest’ultima giudicata dal Tar «del tutto ultronea rispetto al procedimento avviato con la Scia depositata dalla ricorrente».

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