Paralizzato per 9 mesi: Angelo torna «in pista»

«Voglio tornare in pista». Le parole, quasi sussurrate, di Angelo Serlini hanno convinto i genitori e Claudio Biki Codenotti della Gs Ronco a portare il ragazzo appena uscito dall’ospedale, subito al velodromo, in mezzo ai suoi ex compagni e ai tanti amici.
Per nove mesi Angelo ha vissuto in un letto d’ospedale al Bosisio Parini, nosocomio in provincia di Lecco specializzato nella riabilitazione delle disabilità. Ci era arrivato in condizioni quasi disperate dopo il terribile incidente con la mtb un anno fa. Completamente paralizzato per i postumi della botta alla testa era in grado di muovere solo gli occhi.
Con pazienza e cure adeguate Angelo ha iniziato un lento, ma costante recupero delle facoltà cognitive e fisiche che ora sta proseguendo alla Domus salutis di Brescia. Anche a dispetto delle prognosi che sembravano non dare chance al giovane ciclista. «I medici sono stupiti per i suoi progressi perché i risultati delle Tac sono identici al post incidente - spiega la madre Elisabetta - tanto che il suo è diventato un caso clinico da studiare». Ma la ricetta per il recupero di Serlini sta nel fisico da atleta promettente che si è ritrovato e nella straordinaria vicinanza del mondo del ciclismo, del suo mondo a lui e alla famiglia. «Devo ringraziare la Gs Ronco Maurigi in particolare e tutte le società bresciane e pure molte da fuori provincia che ci sono vicine in questi momenti di difficoltà. Morale ed economica» - spiega Elisabetta Serlini che da un anno ha dovuto sacrificarsi interamente per seguire il figlio più piccolo nel lungo e non ancora terminato percorso per ritrovare una vita normale.
Per sostenere le costose cure di riabilitazione, la Gs Ronco ha attivato un conto corrente direttamente intestato a Serlini denominato «Un sorriso per Angelo» presso il Banco di Brescia Agenzia di Rodengo Saiano codice Iban IT56EO350055111000000013203. Angelo inoltre ha già ricevuto un invito ad una tappa del prossimo Giro d’Italia. La sua personale maglia rosa l’ha già vinta. Ma da conquistare ci sono le altre tappe del «Giro», quello della vita vera.
Paolo Venturini
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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