Omicidio-suicidio a Calino: due lettere per spiegare il dramma

Shkelqim Bedeli ha ucciso la moglie Shegushe Paeshti, 55 anni come il marito. In due lettere il movente legato alla gelosia
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DRAMMA: UCCIDE E SI SUICIDA
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Ha strangolato la moglie in casa. Poi ha legato il suo corpo alla ringhiera delle scale. Quindi ha stretto alla ringhiera il cappio con cui si è impiccato lasciandosi cadere dal ballatoio.

Un omicidio-suicidio consumato nell’appartamento di via La Collina 49 a Calino, probabilmente fra la serata di mercoledì e ieri mattina. Una tragedia pianificata con cura. All’origine ci sarebbe la gelosia del marito, che ha lasciato due lettere scritte al computer, una indirizzata ai due figli e l’altra alle forze dell’ordine. Rinvenute sul corpo dell’uomo e in casa. Protagonista del dramma è una coppia di coniugi albanesi, in Italia da molti anni.

L’omicida si chiamava Shkelqim Bedeli, la vittima Shegushe Paeshti. Entrambi avevano 55 anni. Lasciano due figli, che erano in vacanza. Uno dei due vive con i genitori: Bedeli deve avere scelto il momento di attuare il suo piano approfittando di questa assenza. L’allarme è stato lanciato ieri mattina, quando la donna non si è presentata sul posto di lavoro e nessuno riusciva a mettersi in contatto con la coppia. Un giro di telefonate a vuoto, finché un figlio, dalle vacanze, ha chiamato il 112.

L’abitazione in via La Collina al civico 49, a Calino - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
L’abitazione in via La Collina al civico 49, a Calino - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Verso le 10 una pattuglia dei Carabinieri di Gardone Valtrompia arriva in via La Collina. È un villaggio di casette popolari a schiera, costruito quarant’anni fa nella frazione di Cazzago San Martino. Un quartiere dove si conoscono un po’ tutti, anche se spesso in maniera superficiale. La porta del civico 49 è chiusa, nessuno risponde. I militari, allora, allertano i Vigili del fuoco per entrare. Serve cautela, la casa potrebbe essere satura di gas. I Vigili del fuoco forzano una finestrella ed entrano.

La scena che si trovano di fronte è agghiacciante. Due cadaveri, posizionati in quel modo. La donna riversa sulle scale, l’uomo appeso. Si fanno i primi accertamenti, l’ipotesi dell’omicidio-suicidio prende corpo, ma per escludere qualsiasi altra possibilità i carabinieri fanno intervenire la Scientifica dell’Arma. Arrivano anche il medico legale e il sostituto procuratore Alessio Bernardi. La conclusione è che non c’è stato intervento di terze personeLa tragedia porta la firma dell’uomo. Le lettere, del resto, confermano la volontà di sopprimere prima la compagna e poi se stesso.

I vicini di casa delle vittime ricordano marito e moglie come una coppia tranquilla - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
I vicini di casa delle vittime ricordano marito e moglie come una coppia tranquilla - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Per tutta la mattina e metà del pomeriggio davanti alle palazzine c’è il movimento degli inquirenti. La gente del quartiere - la poca non in vacanza - assiste allibita. I commenti sono i soliti di occasioni come questa: «Una coppia tranquilla», «Non sembrava avessero problemi», «Mai saputo o sentito di litigi». Un vicino dice di avere visto l’uomo per l’ultima volta verso le 16 di mercoledì. Normale, come sempre. E poi chi va a pensare che qualcuno stia progettando un delitto simile. Forse la donna era già morta.

Dalle lettere dell’omicida traspare un profondo dissidio all’interno della coppia. Shkelqim Bedeli e Shegushe Paeshti vivevano in via La Collina da una decina di anni. All’esterno della casa ci sono le tracce di una normale vita quotidiana. Il sacco dei rifiuti di plastica sul terrazzo, i gerani nei portavasi appesi al cancelletto dell’ingresso. Il giardino sul retro mostra la passione dell’uomo per le piante e l’orto. Un residente indica le floride piante di pomodori, a cui Bedeli dedicava il tempo libero, sua grande passione insieme alla lavorazione del ferro. Nell’apparente tranquillità della casa covava la tragedia. Ancora violenza contro una donna e suicidio dell’autore.

Ieri sera i due figli sono rientrati dai luoghi di vacanza. Adesso, per loro, si apre la fase delle domande, dei rimpianti, della sofferenza amplificata dalla dinamica del dramma. Dei genitori conserveranno i ricordi e il macigno delle due lettere. Per gli inquirenti cala il sipario su una storia che, dal punto di vista delle indagini, non ha più nulla da dire. Restano la pietà dovuta a tutte le vittime e l’allarme per la piaga della violenza sulle donne.

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