Molte alghe, pochi progetti e risorse scarse: ultimatum dal lago
Tre battelli spazzino e tre operai non bastano a raccogliere i 1.500 quintali di alghe prodotti quotidianamente dal Sebino, in questo agosto caldo e siccitoso, visto che con la dotazione a disposizione la capacità si ferma a 150 quintali al giorno.
L’Autorità di bacino lacuale, che effettua per conto delle Province di Brescia e di Bergamo la pulizia superficiale del lago, ha scritto agli enti e alla Regione con il preavviso di revoca della convenzione del servizio: «Da tempo abbiamo trasmesso alle Province e alla Regione Lombardia proposte, piani d’azione ed iniziative che permettessero una gestione soddisfacente del servizio o, quantomeno, di prevenire l’emergenza della proliferazione delle macrofite, senza ottenere risposte concrete - scrive Giuseppe Faccanoni, presidente dell’Autorità di Bacino -. Tutto ciò che abbiamo ottenuto, grazie all’interessamento dell’Assessore Sorte, è stato un contributo una tantum di 150mila euro per l’emergenza del 2015. Ci rendiamo conto delle difficoltà economiche attuali, per cui ancora aspettiamo dalle Province il saldo del 2016 e l’acconto del 2017, ma chiediamo quale sia l’intenzione delle istituzioni per l’immediato e per il prossimo futuro. Per nostra parte comunichiamo che in assenza di fatti nuovi e concreti, di un piano di investimenti strutturali che permetta di fare un salto di qualità, saremo costretti ad attivare entro il 31 agosto le procedure per il recesso dalla convenzione».
«L’Autorità di bacino, in realtà, non ha competenza specifica di pulizia superficiale del lago ma, per legge, si occupa delle concessioni demaniali -spiega Faccanoni -: stiamo quindi facendo "un piacere" alle Province ma in questo modo non può più continuare. Stiamo lavorando sette giorni su sette, anche di notte, per cercare di arginare il fenomeno: abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile. Non basta. È da 5 anni che stiamo proponendo un piano d’azione che prevede investimenti per circa 2 milioni ed infrastrutture nuove come un battello, ma dopo ogni mese di settembre le istituzioni si dimenticano e l’anno dopo dobbiamo correre per l’emergenza, quest’anno dimostratasi insostenibile».
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