Manuel Rocca: dalla Franciacorta alla Spagna in sella ad una Superbike

Vent’anni in sella alle due ruote. Non delle moto qualsiasi, però: per il giovanissimo in Superbike, Manuel Rocca, originario di Lodetto di Rovato, la primavera è iniziata al caldo della Spagna. «Bati-gas» (in onore di Bautista), come è soprannominato il pilota rovatese, ha spento le prime venti candeline lo scorso 7 aprile mentre scaldava i motori per la sua prima partecipazione al campionato spagnolo Superbike Esbk nella categoria Supersport 600.
Nonostante la giovanissima età, Rocca è in sella a una moto da più di quindici anni. Manuel si è infatti avvicinato al mondo delle due ruote a 3 anni, quando il padre, Marco, aveva portato a casa una minimoto cinese: un amore a prima vista per l’enfant prodige di Rovato, passato dai parcheggi della frazione, dove ha iniziato a prendere confidenza con i motori, alle prime gare, iniziate anche queste in tenera età: una delle sue prime corse l’ha corsa a sei anni.
In sella a una moto Yamaha
Ora il pilota ha lasciato l’Italia e in Spagna corre con il team Zivi Motor e con una moto Yamaha, una delle più note scuderie del mondo. Per il giovane, sostenuto in Franciacorta da un fan club tutto suo e dal supporto di numerosi sponsor locali, si tratta di un campionato tutto nuovo con la maggior parte delle piste a lui sconosciute. Le prime tappe, tra Jerez de la Frontera (terzo posto) e Aragon (sesto) gli hanno dato entusiasmo.
Fino a pochi giorni fa era impegnato in una corsa a Lignano Sabbiadoro mentre la prossima tappa spagnola sarà a Valencia, una pista che Rocca conosce bene e dove il team ha effettuato dei test pre-campionato a febbraio.
«Sono convinto - spiega Manuel Rocca - che possiamo fare bene in Spagna e l’obiettivo è ovviamente sempre quello di vincere, in primis nel campionato nazionalema anche in quelle gare dove parteciperò come wild card in Italia. Un enorme grazie va ovviamente a Victor Ziviani, a tutti i miei sponsor e a chi mi sostiene in particolare a Lodetto e a Rovato: anche se resto a lungo lontano dall’Italia, il loro supporto si sente e senza di loro niente di tutto questo sarebbe stato possibile».
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