La diga Fosio a Sarnico, una novantenne pronta a ritornare giovane

L’opera, datata 1933, sarà riqualificata in chiave antisismica e anche strutturale
  • La diga Fosio a Sarnico
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La diga di sbarramento a Sarnico, la diga Fosio, è una noventenne di riguardo: inaugurata il 6 novembre 1933, finora è rimasta impassibile alle bizze lacustri, troneggiando nella parte sud del Sebino. Ha contenuto il lago d’Iseo per novant’anni e continuerà a farlo a lungo, visti i lavori di riqualificazione in programma, che ne salvaguarderanno le funzionalità.

A formulare e confezionare il progetto di riqualificazione è stato il Consorzio dell’Oglio, ente che si occupa della regolazione dei livelli del lago d’Iseo e delle portate di acqua del fiume Oglio, emissario del Sebino.

L’intervento è quantificato in circa dieci milioni di euro con il progetto definitivo già stilato, ma per il momento è stato finanziato solamente il primo lotto, tramite un contributo di 1.150 mila euro, proveniente dal Pnrr. In attesa degli altri nove milioni di euro, il Consorzio sta portando avanti altri progetti, come, per esempio, l’apertura dell’interconnessione idraulica tra fiume e lago, tramite una scala di rimonta per i pesci. Questa parte è cofinanziata da Fondazione Cariplo nell’ambito del progetto Gardiian, per un importo di 450 mila euro.

Altri lavori

Un milione di euro è invece stato finanziato dal Fondo di inclusione e sviluppo del Ministero dei Trasporti, per l’adeguamento sismico della casa di guardia a Fosio, che ospita i dipendenti del Consorzio. «I lavori per realizzare la scala di risalita per i pesci sono da poco conclusi - riporta Francesco Tengattini, tecnico del Consorzio dell’Oglio -. Il rifacimento della casa di guardia terminerà nella primavera 2024, mentre a gennaio dovrebbe partire il primo lotto funzionale per riqualificare e consolidare la traversa fluviale. È stato redatto un progetto definitivo per poter accedere agli ulteriori fondi necessari, tramite bandi appositi per questo tipo di interventi».

Il progetto da 10 milioni di euro prevede di intervenire direttamente sulla traversa fluviale, realizzata tra il 1931 e il 1933 in cemento e acciaio da 900 operai, che seguirono il progetto redatto dal prof. Gaetano Ganassini, all’epoca titolare della cattedra di Idraulica al Politecnico di Milano. Con i suoi 124 metri di lunghezza, la diga contribuisce alla regolazione dei livelli del Sebino, all’irrigazione dei campi della Bassa, all’alimentazione delle centraline che producono energia idroelettrica e, di riflesso, al turismo e alla balneazione del lago.

Da gennaio partiranno i lavori del primo lotto finanziato nell’ambito del Pnrr, per rifare le scale di accesso e la passerella di coronamento della traversa. Saranno effettuate perforazioni per collegare, tramite barre di acciaio, le quattro pire ai cassoni di fondazione, per consolidare la struttura.

Per le opere in subalveo, che prevedono somme ingenti per la necessità di essere effettuate in acqua, si dovranno aspettare i finanziamenti. Solo in questo modo si potrà avere un’infrastruttura perfettamente rinnovata, sia dal punto di vista antisismico che strutturale.

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