Caccia ai finanziamenti per la diga di Sarnico a prova di sisma

Sono in corso alcuni incontri con con il Ministero per la riqualificazione della struttura e della casa del custode
La diga si Sarnico risale agli anni Trenta del secolo scorso - © www.giornaledibrescia.it
La diga si Sarnico risale agli anni Trenta del secolo scorso - © www.giornaledibrescia.it
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Sono due le linee di finanziamento per una serie di lavori antisismici che interesseranno in primis la casa del custode della diga di Sarnico e poi la stessa traversa che nel 2023 compirà novant’anni.

«Attualmente non ci sono problemi strutturali, ma la progettazione e la realizzazione avvenuta negli anni ’30 non può competere con le odierne normative antisismiche - spiega Andrea Frattini, ingegnere del Consorzio dell’Oglio che segue questa pianificazione - quindi l’ente ha deciso di avviare la riqualificazione dal punto di vista antisismico».

Ai 2 milioni stanziati dal Ministero lo scorso anno, uno dei quali servirà per l’immobile del custode della diga, il Ministero ha aggiunto un ulteriore milione e mezzo per i lavori sulla traversa per la quale il Consorzio ha elaborato un progetto di fattibilità tecnico economica. Sono però in corso incontri con il Ministero per cercare ulteriori fondi poter completare l’intervento.

«La casa del custode verrà demolita e ricostruita ex novo entro il 2022 - continua Frattini - per la traversa invec, siccome è un’opera complessa e importante, il progetto definitivo darà indicazioni più precise sugli importi ma quelli attuali non sono sufficienti».

Lavori

Alcuni particolari della riqualificazione riguardano lo scavo in alveo per agire sulle fondazioni e la foratura delle sei pile in cemento, alte nove metri, per l’inserimento di quello armato. La diga inoltre, non potendo smettere di funzionare, dovrà prevedere lavori in corso per un lungo periodo.

La diga Fosio, questo il nome proprio del manufatto sorto in località Fosio a Sarnico, è una parte imprescindibile della vita lacustre.

L’importanza della traversa che per quasi novant’anni, grazie alle manovre del Consorzio dell’Oglio, ha lasciato defluire più o meno metricubi d’acqua, a seconda dei bisogni delle utenze idriche e idroelettriche del lago, è testimoniata dall’interesse del Ministero e dall’aggiunta di contributi in diverse tranche. «Tre milioni e mezzo non sono una cifra esigua, ma dal progetto di fattibilità tecnico-economica è emerso che il completamento dell’opera di riqualificazione antisismica richiede uno sforzo in più», conclude Frattini.

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