Incidente in moto a Sale Marasino, addio a Roberto

Trent'anni fa la stessa tragica sorte colpì lo zio del 23enne. Domani i funerali nella chiesa parrocchiale di San Zenone
Roberto Gigola è morto a soli 23 anni - © www.giornaledibrescia.it
Roberto Gigola è morto a soli 23 anni - © www.giornaledibrescia.it
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Quando un ragazzo muore a 23 anni, con tutta la vita ancora davanti, ognuno di noi si immedesima con la sua mamma o il suo papà, e il lutto non è più quello di una famiglia ma viene condiviso da un’intera comunità. L’incidente stradale che mercoledì pomeriggio è costato la vita a Roberto Gigola ha fatto piombare Sale Marasino nel lutto ancora una volta, uno stato emotivo che in queste ore si percepisce in ogni luogo frequentato del paese. Non solo perché, come ogni salese di nascita, Roberto era conosciuto da tantissimi, ma anche perché aveva una particolarità che lo distingueva e lo rendeva amabile: era delicato.

La moto del giovane, che viaggiava a velocità ridotta - © www.giornaledibrescia.it
La moto del giovane, che viaggiava a velocità ridotta - © www.giornaledibrescia.it

Chiunque a Sale lo descrive come educato e rispettoso, ma forse quello che lo caratterizzava di più era proprio la delicatezza, un tratto spontaneo che metteva a proprio agio chiunque lo incontrasse o avesse rapporti con lui. Una modalità indelebile - e in molti lo hanno notato - che il ragazzo ha avuto anche nel terribile momento dell’incidente che lo ha portato via. La sua moto non è stata fracassata dall’impatto, anzi, non ha quasi segni. Anche se per i motociclisti che viaggiano sulle nostre strade non è usuale, Roberto al momento dell’incidente andava a velocità ridotta, rispettoso di chi in quel momento lo precedeva e di chi si trovava alle sue spalle. È stata la crudeltà della dinamica a ucciderlo, non il suo comportamento. Una crudeltà, quella dell’asfalto, che 30 anni fa aveva riservato la stessa sorte anche a zio Roberto, di cui il ragazzo portava il nome, morto in un incidente in auto nel periodo delle «stragi del sabato sera».

Mercoledì sera gli amici lo aspettavano in Perla Sebina per un tuffo rinfrescante e per l’aperitivo in compagnia al termine della giornata di lavoro, trascorsa dal giovane alla Cela di Corte Franca dove si occupava della produzione di piattaforme aeree e mezzi antincendio. Dopo una lunga, inutile attesa, sentendo le ambulanze passare, gli amici hanno raggiunto il luogo dell’incidente e sono stati tra i disperati testimoni della tremenda sciagura. Oltre a mamma Ivonne, papà Domenico e il fratello Cristian, il momento buio coinvolge il Gruppo sportivo salese e in modo particolare la squadra di calcio a cinque, di cui Roberto era apprezzato portiere. L’ultimo saluto a Roberto è fissato per domani, sabato 30, alle 11 nella chiesa parrocchiale di San Zenone.

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