Il lago d'Iseo è alle prese con un'invasione di alghe e tronchi

In corso lavori di sfalcio straordinario per eliminare le macrofite tra Clusane e Paratico. Ecco come nasce il fenomeno
  • Il battello spazzino all'opera per togliere alghe e detriti dal lago d'Iseo
    Il battello spazzino all'opera per togliere alghe e detriti dal lago d'Iseo
  • Il battello spazzino all'opera per togliere alghe e detriti dal lago d'Iseo
    Il battello spazzino all'opera per togliere alghe e detriti dal lago d'Iseo
  • Il battello spazzino all'opera per togliere alghe e detriti dal lago d'Iseo
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    Il battello spazzino all'opera per togliere alghe e detriti dal lago d'Iseo
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Alghe nel basso lago e tronchi nell’alto: il lago d’Iseo si è trovato in pochi giorni a dover far fronte a due emergenze ambientali differenti ma, allo stesso modo, «invasive» dello specchio lacustre. Le macrofite presenti in quantità elevate tra Clusane d’Iseo e Paratico sono state oggetto di uno «sfalcio straordinario», richiesto dagli operatori turistici per evitare un periodo «faticoso e maleodorante» di recupero e smaltimento delle erbe acquatiche.

«Il mese di agosto non sarebbe il periodo indicato per l’operazione effettuata, per vari motivi ittico naturalistici tra cui la presenza di avannotti di pesci, seminati dall’incubatoio ittico o riprodottisi naturalmente. Ma per ovviare a tutti i problemi già affrontati negli anni scorsi, quando ne erano state raccolte più di 500 tonnellate, c’è stata un’operazione di sfalcio di fronte a Clusane d’Iseo» ha spiegato Raffaele Barbieri, consigliere comunale clusanese delegato ai problemi del lago che, da tempo, sta monitorando la situazione e ha risposto in questo modo ad un’interpellanza in consiglio comunale.

Perché ci sono tante alghe

Il fenomeno della massiccia presenza di alghe, in particolare la «Vallisneria spiralis», si verifica sempre a causa del calo repentino del livello del lago. Per combattere questo tipo di macrofita, che si distacca facilmente con l’abbassarsi delle acque lacustri, nel 2020 è stata realizzata una sperimentazione di eradicazione, che è risultata efficace ed quindi è stata finanziata di recente da Regione Lombardia. Verrà realizzata nel 2022. «Da rilevare è il fatto che quest’anno l’alga presente non è solo la Vallisneria Spiralis quanto un’altra macrofita che gergalmente i pescatori chiamano “le grate”, perché forma una sorta di graticcio a mò di barriera corallina e non è così invasiva come l’altra – ha spiegato ancora Barbieri -. Ciò su cui si dovrà agire in futuro, in realtà, saranno i livelli del lago che oscillano troppo in estate e magari agire su un cambio di mentalità perché nel lago, le alghe sono sempre esistite e non si potranno eradicare del tutto».

Da dove arrivano i tronchi

L’altra emergenza, quella della presenza di tronchi e detriti, è stata causata dalla piena del fiume Oglio dopo le copiose piogge della settimana scorsa, quando si sono riversate nelle acque dell’alto lago almeno cinquecento tonnellate di legname ed altro materiale, secondo le stime di Autorità di bacino. Le operazioni di recupero dei detriti fluttuanti e di smaltimento del materiale trascinato a valle sono ancora in corso così come l’ordinanza di cauta navigazione per i natanti, in vigore fino al 13 agosto.

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