Il Gigli saluta il vicepreside Antonio Niglia

Dopo 32 anni torna nella «sua» Calabria. È stato anche assessore e consigliere
Apprezzato: il prof. Antonio Niglia - © www.giornaledibrescia.it
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Rovato e l’istituto d’istruzione superiore Gigli salutano, dopo oltre tre decadi, Antonio Niglia, docente prima, vicepreside e poi collaboratore del dirigente scolastico, Monica Gozzini Turelli. Torna in Calabria, a Nicotera (Vibo Valentia), vicino alla famiglia d’origine e all’anziano padre.

Niglia è, dal dicembre 1986, l’anima degli indirizzi professionali, dove si sono formate generazioni di elettricisti, meccanici e altri operatori, finiti poi a innervare il fitto tessuto artigianale e industriale di tutto l’Ovest Bresciano. 54 anni compiuti lo scorso 9 giugno, Niglia ha partecipato anche alla vita pubblica della «capitale» della Franciacorta, in particolare come consigliere comunale e assessore all’istruzione nel secondo mandato di Andrea Cottinelli, con l’esperienza di centrosinistra targata Rovato civica.

I rumors, nella primavera 2015, lo avevano anche inserito tra i papabili candidati sindaco del centrosinistra, che poi scelse il segretario Pd Angelo Bergomi, sconfitto al ballottaggio dall’attuale primo cittadino, Tiziano Belotti. Ora, dopo 32 anni, il trasferimento nel Sud Italia.

«Una parte di me resta però a Rovato - dice Niglia -, qui manterrò l’abitazione e la residenza. Con il Gigli abbiamo concordato di continuare a seguire, seppur a distanza, alcuni dei tanti progetti che abbiamo in essere per i ragazzi degli indirizzi professionali».

La scuola, per Antonio, è stata una professione e nel contempo una passione. «Ricordo ancora - dice oggi - quando arrivai a Rovato: era il 4 dicembre del 1986. Il paese era sicuramente un po’ chiuso, ma ho trovato anche un grandissimo rispetto e tanta, tanta accoglienza, nei confronti di chi, come me, arrivava da un’altra realtà. Oggi, forse, la situazione è un po’ cambiata, ma non posso che ringraziare ogni singolo rovatese che ho incontrato, a partire dai tanti colleghi. Il loro calore - conclude - mi ha dato un senso di appartenenza e di orgoglio verso l’istituzione scolastica che porterò sempre con me».

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