Franciacorta Concert Hall a Erbusco, «tutto da archiviare»

Lo dice il fronte del «no» dopo le osservazioni dalla Regione. Il sindaco Ilario Cavalleri: «Persa un’opportunità»
Il cuore della Franciacorta Concert Hall è un teatro da seimila posti
Il cuore della Franciacorta Concert Hall è un teatro da seimila posti
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«Il progetto della Franciacorta Concert Hall va archiviato e l’area salvaguardata: questa è l’unica opzione». Il fronte del «no» al maxi teatro da quasi seimila posti - assieme a una seconda sala, albergo, accademia della musica, bar - che la società Moretti Spa ha ipotizzato tre anni fa di realizzare sulla collina erbuschese di Villa Pedergnano accelera e - dopo le criticità osservate dalla Regione poche settimane fa - punta a mettere la pietra tombale sul progetto.

«Constatiamo con soddisfazione - spiega Marco Dotti, per il Comitato No Porte Franche 2 - che le motivazioni dei tecnici della Regione sono le nostre: il progetto non presenta le caratteristiche per essere considerato “di interesse pubblico”, non può essere eluso il consumo di suolo, sussiste incoerenza con il Ptra Franciacorta e con il vincolo paesaggistico esistente. E ci sono problemi viabilistici, idrogeologici e di inquinamento».

Botta e risposta

Un particolare del progetto della Franciacorta Concert Hall - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un particolare del progetto della Franciacorta Concert Hall - Foto © www.giornaledibrescia.it

Ambientalisti e comitati si rivolgono poi al sindaco Ilario Cavalleri chiedendosi «come mai il sindaco, che è un tecnico di lungo corso (di professione è architetto, ndr), non abbia saputo prevedere e anticipare le osservazioni». Di altra natura è la lettura della vicenda che arriva da Cavalleri, secondo il quale «si è persa un’opportunità, quanto meno per un progetto imprenditoriale privato capace di investire, con risorse proprie, decine di milioni di euro. È stato tra l’altro il Comune di Erbusco a chiedere valutazioni sovracomunali: è chiaro che un’opera del genere non può essere decisa dalla nostra singola Amministrazione, visto che parliamo di un’infrastruttura di respiro regionale se non nazionale. Il privato fa le proprie proposte, poi tocca a politica e istituzioni capire se e in che modo possano avere ricadute positive sul territorio. Secondo noi, il futuro della Franciacorta non è quello della manifattura ma dei servizi, della cultura e dell’ospitalità e questa proposta andava in questa direzione. I livelli sovracomunali non hanno voluto vedere nel concreto quali fossero le caratteristiche dell’opera».

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