Fiaccata dal Covid, la palestra Gymnasium chiude dopo 35 anni

«Gymnasium» chiude. Per ora. La storica palestra nata a Rovato nel 1987 e da una quindicina d’anni in via Dell’Industria, 5 a Erbusco ha deciso di fermarsi, a pochi mesi dalle 35 candeline. Nei 1.200 metri quadrati di centro fitness, estetico e polo del benessere si spengono quindi le luci. «Abbiamo lavorato con professionalità, passione e attenzione a ogni nostro singolo cliente - spiega la famiglia Bocchi-Infuso, con i proprietari, Donatella e Piercarlo, e la figlia 27enne Nicole, da cinque anni alla gestione -. Abbiamo superato un anno di difficoltà con faticosa perseveranza, adeguandoci a tutto quello che ci è stato richiesto, sopportando ulteriori spese. L’abbiamo fatto con la speranza di rivedere i nostri clienti e poter dare loro un ambiente dove sentirsi al sicuro. A questo punto, però, non vediamo la possibilità di continuare nel nostro progetto».
L’amarezza nelle parole della famiglia, che conta una dozzina di collaboratori, arriva dai numeri: in oltre un anno, solo i mesi estivi - tradizionalmente, i più penalizzanti per le palestre - sono stati di apertura reale, pur con distanziamento e sanificazioni, «che hanno comportato una spesa di 25mila euro. Per questo non si può andare avanti. La struttura ovviamente rimane - aggiunge Donatella Infuso - e proveremo a reinventarci, ma la gestione si ferma».
La possibilità di un (futuro) allentamento delle restrizioni non è servita: «Va bene - aggiunge la titolare - dire che si vuole riaprire, ma come? Il nostro settore, a parte pochi ristori, non ha avuto una particolare attenzione e non si può pensare di riaprire dalla sera alla mattina. Servono tempo, denaro, prospettive. Sarà molto difficile tornare alla cosiddetta normalità, almeno per i prossimi anni. Le istituzioni, il personale, noi stessi e pure i clienti: tutti devono recuperare un senso di responsabilità collettiva. Strutture come le nostre hanno costi fissi, generano posti di lavoro, creano un senso di partecipazione e anche di benessere, non solo fisico, per tutta la cittadinanza. Per questo motivo ci fermiano. Non sappiamo ancora bene come, ma speriamo di potere ritrovare tutte le persone incontrate in questi anni in un domani migliore».Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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