Dispersa nel lago d'Iseo, le ricerche continuano con un robot da profondità

Si affievoliscono le speranze di ritrovare viva Chiara Lindl, 20enne tedesca caduta da una barca a Pisogne. Sommozzatori al lavoro
  • Proseguono le ricerche della 20enne tedesca scomparsa a Pisogne
    Proseguono le ricerche della 20enne tedesca scomparsa a Pisogne
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Sono ancora senza esito le ricerche di Chiara Lindl, la 20enne tedesca che venerdì sera è caduta nelle acque del lago d'Iseo e non è più riemersa. La turista, che era in barca con un gruppo di amici, è scomparsa nello specchio d'acqua tra il camping Eden di Pisogne e la Lucchini Rs di Lovere. Di lei ancora nessuna traccia. Ieri sera a Pisogne sono arrivati dalla Germania anche i genitori.

Le probabilità di ritrovarla viva, se non azzerate, sono davvero poche. Il nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco ha lavorato ininterrottamente nella giornata di ieri e oggi sono tornati al lavoro con l'ausilio di un Rov, un robot subacqueo da profondità.

Le ricerche

In tutto il raggio che da Pisogne si allarga sino a Lovere e Castro, sulla costa bergamasca dell’alto Sebino: si sono concentrate qui, per tutta la giornata di ieri, le ricerche di Chiara Lindl.

Le informazioni fornite dal gruppetto di giovani tedeschi che erano con lei, tutti ospiti del campeggio, non sono mai state chiare e neppure precise. Non tanto per la difficoltà della lingua, ovviata dalla presenza di un interprete, quando perché i ragazzi, un po’ frastornati dall’accaduto, un po’ perché forse con qualche bicchiere di troppo in corpo, venerdì sera non sono stati in grado di fornire indicazioni molto utili.

Si sa che il gruppetto, tra cui anche la sorella della dispersa, era partito nel pomeriggio di venerdì per un giro in barca e alla guida ci dovrebbe essere stato il figlio del proprietario, l’unico sobrio. Intorno alle 20.30 si sono fermati al largo, proprio dove è avvenuto l’incidente. Dopo averla chiamata e cercato di individuarla, i ragazzi sono tornati al campeggio per dare l’allarme. Le ricerche sono partite nonostante il buio e sono proseguite per tutta la giornata di ieri, dal cielo, tramite un elicottero dei Vigili del fuoco, e dall’acqua, con impegnati i sommozzatori di Milano e numerose squadre dei Vigili del fuoco, affiancati a terra dai carabinieri. Purtroppo la profondità delle acque, che in quel punto potrebbero toccare anche 180 metri e oltre, hanno impedito di individuare la giovane. Si proseguirà oggi con i sommozzatori del Vvf giunti da Roma con il Rov.

L'incidente

Le ricerche sono scattate venerdì sera, nonostante il buio - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Le ricerche sono scattate venerdì sera, nonostante il buio - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Il passare delle ore ha permesso agli inquirenti di chiarire la dinamica dell’incidente. A differenza di quanto sostenuto nelle fasi iniziali delle ricerche, la turista tedesca originaria di Hemau, cittadina della Baviera, non si è tuffata nel lago per fare un bagno serale, ma sarebbe stata vittima di una manovra azzardata da parte di chi si trovava in quei momenti ai comandi dell’imbarcazione. Stando a quanto sono riusciti a ricostruire i carabinieri, la ventenne si trovava a prua del motoscafo, dove mancano sedute ed appigli, quando al timone e alle manette dei motori si è messa un’amica. Che ora è stata iscritta nel registro degli indagati dal pm di turno Giovanni Tedeschi che al momento indaga per lesioni colpose. La giovane, 23 anni senza patente nautica e forse non abituata a gestire la potenza del natante dotato di una potente motorizzazione per la pratica dello sci nautico e del wake boarding, avrebbe abbassato di colpo l’acceleratore - quanto volontariamente è da stabilire - e impresso una impennata violenta al natante, facendo perdere l’equilibrio alla ventenne che è caduta sulla barca, finita in acqua e non è più riemersa dal lago.

I soccorsi

Gli amici a bordo, tra i quali anche la sorella della ragazza scomparsa, hanno iniziato disperatamente a cercarla, ma ben presto hanno dovuto arrendersi all’evidenza. I comandi del motoscafo sono tornati nelle mani del figlio del suo proprietario, l’unico sobrio e l’unico della comitiva in possesso di una patente nautica. I ragazzi sono tornati a Pisogne ed hanno lanciato l’allarme. Lo spicchio più settentrionale del Sebino è stato battuto palmo a palmo dai Vigili del Fuoco per ore.

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