Dal Sebino riemergono 5.000 bottiglie del Nautilus

Recuperata dal fondale l’annata 2015 del «Cru» storico dell’Agricola Vallecamonica
I cassoni con le cinquemila bottiglie di vino recuperati dalla chiatta - © www.giornaledibrescia.it
I cassoni con le cinquemila bottiglie di vino recuperati dalla chiatta - © www.giornaledibrescia.it
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Il lago come cantina è l’esperimento, riuscito, di Alex Belingheri, titolare dell’Agricola Vallecamonica, che ha scelto per il suo Cru storico l’invecchiamento sott’acqua. Per l’appunto, il vino che ha riposato sul fondo lacustre, e quello che riposerà per i prossimi cinque anni, è stato chiamato Nautilus con un legittimo riferimento al sottomarino di Verne ed al mollusco estinto. Ieri mattina, a Peschiera Maraglio, è stata recuperata l’annata 2015, cinquemila bottiglie rimaste immerse per cinque anni che hanno lasciato posto ad altrettante dell’annata 2020.

«Il progetto - spiega Belingheri - è partito nel 2010 con un numero limitato di bottiglie e per dodici mesi; poi, visto che il risultato era soddisfacente, sono stati aumentati sia i tempi che le quantità e tipologie di bottiglie con Magnum e Jeroboam (quelle che contengono 300 centilitri). Il lago è risultato essere una cantina ottimale perché c’è sempre buio, la temperatura è costante, sui 5-6°, così come la pressione: i lieviti così non agiscono in modo aggressivo e lo spumante affinato in acqua lacustre risulta avere un gusto originale, con bollicine molto sottili».

Per poter «prendere in affitto» una porzione di fondale, Belingheri ha dovuto chiedere permessi al demanio lacuale ed al Comune di Monte Isola oltre che pagare delle imposte. Ha poi incaricato chiatta e sub per le operazioni di immersione ed emersione, visto che i cassoni sono posizionati tra i 30 e 40 metri di profondità. Il Nautilus 2015 ieri ha quindi visto la luce portando a compimento un percorso che integra storia, innovazione e biodiversità.

Il vino infatti, definito Cru storico, è frutto solo di vecchi vigneti autoctoni a bacca nera e quindi è unico nel suo genere, oltre che per il particolare stoccaggio. Inoltre è un vino «di montagna», perché le viti crescono tra i 300 e gli 800 metri di altitudine, in località Ruk a Cividate Camuno. Nel lago ora riposano le annate dal 2016 al 2018 a cui ieri si è aggiunta quella del 2021: ci resterà per i prossimi cinque anni per far scoprire, a chi lo assaggerà, grandi sorprese gustative.

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