Condannato 7 giorni fa: trovato morto in casa

L'imprenditore era agli arresti domiciliari dopo le inchieste su fatture false e corruzione
Una veduta aerea di Sale Marasino - Foto di Jean Luc Kaiser © www.giornaledibrescia.it
Una veduta aerea di Sale Marasino - Foto di Jean Luc Kaiser © www.giornaledibrescia.it
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Se sia stato il peso di una condanna subita soltanto una settimana fa probabilmente non si saprà mai. Ha lasciato un biglietto chiedendo scusa alla famiglia, G. F., imprenditore bresciano di 59 anni, trovato senza vita ieri in casa sua a Sale Marasino. Era agli arresti domiciliari perchè coinvolto in due dei tre filoni della maxi inchiesta Leonessa, divisa in più tronconi oltre a quello principale sulle presunte infiltrazioni mafiose nel tessuto economico bresciano. Il suo nome era finito nella parte di procedimento sulle fatture per operazioni inesistenti e in quello sulla corruzione di uomini della Guardia di Finanza, finiti per questo nei guai come lo stesso imprenditore.

La scorsa settimana la giustizia aveva presentato il primo conto all’uomo, condannato a sette anni e mezzo per le fatture false. È stata la pena più pesante delle 12 inflitte dal tribunale al termine del processo di primo grado. Nelle prossime settimane avrebbe poi dovuto affrontare l’altro capitolo giudiziario che lo aveva visto entrare in carcere a settembre 2019, e rimanerci per sette mesi, con l’accusa di aver dato una mazzetta da 65mila euro a due finanzieri per ottenere uno sconto da quasi 20 milioni di euro sulle tasse da versare. La notizia del gesto estremo si è diffusa ben presto in paese a Sale Marasino, dove la famiglia è molto conosciuta.

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