Brutale rapina in fabbrica, 72enne in coma

Violenza a Cividate al Piano, a pochi km da Pontoglio: la vicenda ricorda quella di Pietro Raccagni
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Poco più di un paio di chilometri in linea d’aria separano la casa di Pietro Raccagni, il macellaio morto dopo una rapina nella propria casa di Pontoglio, dalla «BM Costruzioni Meccaniche» di Cividate al Piano, in provincia di Bergamo.

La brutalità dei malviventi in azione, tuttavia, è la stessa. Da martedì sera un uomo di 72 anni, Giovanni Balestra, si trova in coma all’ospedale Niguarda di Milano, a seguito di un furto degenerato in rapina violenta.

Tutto è successo in una manciata di minuti, dalle 20.45 alle 21 di martedì. Uno dei due figli di Balestra, titolare dell’impresa, stava per chiudere il magazzino quando ha notato che qualcosa non andava: il Ford Transit dell’azienda era spostato da dove l’aveva lasciato. A bordo c’erano delle persone, e altre tre sono uscite allo scoperto. Erano stati gli stessi banditi a rubare rame e bronzo dal magazzino della ditta lo scorso weekend, e stavolta erano tornati per concludere il lavoro lasciato a metà. Visti dai due Balestra, i ladri hanno avviato il furgoncino cercando di investire il figlio. Poi, sono scesi e hanno massacrato di botte con delle spranghe entrambi. Ad avere la peggio è stato Giovanni Balestra, ma pure il figlio 45enne, ha avuto bisogno del ricovero.

Il legame con la nostra provincia, in questo lembo di terra di confine stretto tra una riva e l’altra del fiume Oglio, è forte e sentito. Pontoglio e Cividate sono paesi contigui quasi senza stacco tra un abitato e l’altro. Qui si convive con il sentimento del confine e con tutte le problematiche che ne derivano.

E infatti il Ford Transit rosso rubato e usato per la rapina di martedì sera è stato ritrovato ieri proprio a Pontoglio. I tratti di questa vicenda sono molto simili a quelli che hanno portato alla scomparsa di Pietro Raccagni, il 53enne morto perché voleva impedire, in una notte del luglio scorso, il furto della propria auto. E quindi, in questa terra di confine, la battaglia della vedova Federica Pagani è ben lungi dall’essere finita: «Più sicurezza tra le proprie mura, più giustizia e certezza della pena per chi si macchia di crimini», continua a chiedere la donna. Nel frattempo, sul caso bergamasco stanno indagando i Carabinieri della Compagnia di Treviglio.

 

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