A Villa Gradoni il borgo dell'accoglienza dei profughi ucraini

L'agriturismo di Monticelli Brusati sta accogliendo famiglie fuggite dalla guerra, gratuitamente, da oltre un mese
PROFUGHI IN FRANCIACORTA
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C’è una bambina di dieci anni fuggita con la nonna. La sua mamma risulta dispersa sotto le bombe e il suo papà è stato ferito. C’è una coppia di sordi con il figlio. C’è una commercialista con la famiglia. Ci sono due bambini che hanno attraversato il confine senza le scarpe in braccio alla mamma. 

Roberta Bianchi ha aperto loro le porte di Villa Gradoni Charme & Nature, l’agriturismo di Monticelli Brusati nelle pertinenze della cantina Villa Franciacorta: «Stiamo accogliendo persone fuggite dalla guerra in Ucraina: abbiamo 14 alloggi disponibili per i profughi», che adesso sono circa 50, tra cui 25 bambini, 18 dei quali hanno iniziato a frequentare le scuole elementari e medie di Monticelli Brusati. Il tutto gratuitamente: «Se dovessero arrivare rimborsi li destineremo interamente a queste persone affinché rappresentino per loro un aiuto al raggiungimento dell’autonomia». 

Nel borgo cinquecentesco circondato dai vigneti i 7 appartamenti occupati (su un totale di 22) sono autonomi e dotati di cucina. Ai profughi l’agriturismo ha messo a disposizione anche un ambiente comune con un televisore collegato ai canali ucraini. Roberta Bianchi ha pensato a tutto: «In accordo con l’assistente sociale del Comune una pediatra passerà da noi una volta la settimana. Organizzeremo, poi, lezioni di italiano per gli adulti». «Magnifica ossessione». 

L’operazione accoglienza è iniziata l’8 marzo, «la festa della donna migliore di sempre, perché all’insegna della solidarietà verso altre donne». Ogni famiglia ha trovato accoglienza qui attraverso contatti diversi: «Alcuni profughi sono arrivati da noi grazie all’assessore della Loggia Alessandro Cantoni, la coppia di sordi ci è stata segnalata dall’Ens, altri sono giunti su richiesta di un sacerdote ortodosso». Storie diverse, che in momenti diversi hanno bussato alla porta di Villa Gradoni e hanno trovato ospitalità. Storie come quella di una nonna che ha visto arrivare a Monticelli una figlia e tornare in patria un’altra. O come quella della donna che per un paio di giorni non ha fatto uscire i bimbi in giardino perché non osava chiedere che le reperissero delle scarpine. La generosità, si sa, scatena altra generosità: chi, grazie al passaparola, ha saputo che l’agriturismo sta ospitando 31 persone ha inviato bancali di frutta e verdura, vestiti, giocattoli e altri doni. Roberta Bianchi sta facendo tutto con grande entusiasmo, in linea con l’insegnamento che ha ricevuto da papà Alessandro, deceduto durante la pandemia: «Diceva sempre che donare è una "magnifica ossessione" che negli occhi di chi riceve genera una gioia capace di creare dipendenza in chi dona».

Gli alloggi restano riservati ai profughi «fino a luglio. In estate, nella malaugurata ipotesi che la situazione non si risolva prima, bisognerà pensare a una soluzione temporanea. Poi in ottobre le nostre porte si riapriranno». Come avrebbe voluto papà Alessandro.

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