Scuola, doppio turno e presenze al 75%? «Non da subito»
La campanella tornerà a suonare, il 7 gennaio, anche per i 58mila studenti degli istituti secondari di secondo grado di città e provincia, che finora hanno potuto seguire le lezioni in modalità Dad - didattica a distanza. L’ultimo Dpcm ha indicato la strada, con il rientro dei ragazzi in presenza al 75% dopo le festività natalizie. Una prospettiva realistica? Forse no, almeno non nell’immediato, dato che in molti casi le scuole superiori si attesteranno su una percentuale compresa fra il 30 e il 50%, cercando di adeguarsi il più possibile al piano scuola che è stato definito al tavolo di coordinamento della Prefettura di martedì 15 dicembre. Tavolo mirato a gestire la conciliabilità del ritorno in classe con la disponibilità dei trasporti pubblici, e che ha indicato nello scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola una possibile soluzione.
Una buona notizia, intanto, è arrivata con l’approvazione in sede nazionale dell’emendamento alla legge di Bilancio, che permetterà di far arrivare a Brescia 10 milioni per il metrò, evitando così impietosi tagli ai trasporti pubblici. Il perno attorno a cui ruota l’ipotesi di rimodulazione è l’adesione al «doppio turno», ovvero il doppio ingresso (e, di conseguenza, anche la doppia uscita) alle 8 e alle 10 negli istituti. Alle scuole, in via preventiva, è stato somministrato un questionario sui trasporti, che gli alunni hanno dovuto compilare tra giovedì e venerdì scorsi, con alcuni ritardi che hanno protratto l’invio definitivo fino alla mattinata di ieri.
«Ci sembra - commenta il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, Giuseppe Bonelli - che la scuola abbia riproposto un’organizzazione simile ai mesi di settembre e ottobre, considerando però il potenziamento dei trasporti e le maggiori responsabilità che tutti dovremo avere». Il provveditore riconosce la complessità del sistema, che comprende anche la realtà dei Centri di formazione professionale, i quali «fanno un po’ fatica ad avere il doppio turno, con i laboratori e le attività nel pomeriggio». Alcune scuole poi «non ci arriveranno mai, perché esiste un problema di distanziamento sociale e situazioni in cui la struttura stessa delle aule non lo consente, come era peraltro ad inizio anno». C’è tuttavia un punto su cui non si deve derogare, sottolinea Bonelli: «Potremo avere una rotazione tale per cui durante la settimana, o il mese, tutti passino alla didattica mista. Ma quello che non si deve verificare è che ci siano studenti che non vanno mai fisicamente a scuola».
Una situazione ancora fluida, dunque. Del resto, dalle prime elaborazioni dei dati, risulta che il 48% della popolazione scolastica delle superiori seguirà il doppio turno (tra gli istituti: Sraffa, Don Milani di Montichiari col 66%, Fermi di Salò col 75%, Beretta di Gardone Vt al 71%, Olivieri di Darfo al 75%), mentre il 36% (come Gambara, Itis Castelli, Perlasca, Lunardi) opterà per un unico ingresso alle 8, con una presenza ridotta fra il 30 e il 40%. Unico ingresso per un altro 13% di istituti, ma con il 50% delle presenze (Arnaldo, Bagatta, Golgi) e un residuo 3%, infine, che riuscirà a portare il 75% degli studenti con una sola entrata (per lo più professionali come Artigianelli, Scuola Bottega di Calvisano e Marcolini di Breno).
La novità, rispetto a settembre-ottobre, è che - sempre da decreto - i mezzi del trasporto pubblico non potranno viaggiare con una capienza oltre il 50% (allora era un 80%). «Ora tocca veramente alle scuole - rileva il viceprefetto Stefano Simeone -: una delle condizioni essenziali per la riuscita del piano è che quei due orari di entrata, alle 8 e alle 10, siano suddivisi equamente tra le scuole. Questo aspetto è stato evidenziato sia in sede di web team, sia nel tavolo territoriale. È fortemente auspicabile che le scuole collaborino con l’Agenzia del Trasporto pubblico locale, che ha fatto uno sforzo ulteriore per portare i ragazzi a scuola in sicurezza».
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