Scuola

«Sapere chi è infetto è più importante del distanziamento»

Così il prof. Galli, direttore Malattie Infettive del Sacco di Milano: «Le classi di bambini sono l'incubatore perfetto per il virus»
Test sierologici - Foto Ansa/Andrea Canali © www.giornaledibrescia.it
Test sierologici - Foto Ansa/Andrea Canali © www.giornaledibrescia.it
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«Cinque ore di stazionamento in classe da parte di bambini, con un distanziamento virtuale inesistente, rappresentano un incubatore perfetto per il virus. In palestra non ci stai 5 ore e probabilmente è più facile a mantenere il distanziamento». Lo ha spiegato intervenendo sul tema della riapertura delle scuole, Massimo Galli, direttore Malattie Infettive Ospedale Sacco Milano, durante la trasmissione Agorà su Rai Tre. «Da sempre - ha proseguito il presidente della Società Italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) - per le malattie a trasmissione aeree, le classi a scuola rappresentano un incubatore perfetto per il contagio, come dimostra l'influenza stagionale. Siamo un paese in cui non ci si vaccina e le classi sono ogni anno gli incubatori dell'influenza, che viene poi passata agli adulti».

Il professor Galli è anche intervenuto sulla riapertura delle attività commerciali: «Non ha senso ha misurare la febbre all'ingresso dei grandi centri commerciali - ha spiegato -: la febbre va misurata all'inizio della coda. Perché la fila che ti costringe a una convivenza per ore con le 4 persone davanti e le 4 dietro, e non sempre il metro minimo di distanza è rispettato». «La fila - ha proseguito Galli - va distanziata con dei segnali che non dovrebbero esser varcati. Perché quello è un momento in cui si sta in coda anche per un periodo lungo, peggio che mai se si sta al chiuso». 

«Il problema importante sono le persone ancora in circolazione con infezione» ma il paradosso è che «molte sono costrette a prendere appuntamento in privato per fare test che non sono riusciti a fare con il Servizio sanitario nazionale. Questo è una debacle per la sanità, a fronte di un'epidemia come questa». «Ci sono moltissime persone che chiedono di conoscere il proprio stato e preferirebbero non doverlo far e pagamento - ha proseguito Galli -. Il pubblico ti dice di andare a pagare 60 euro per fare un test sierologico come se fosse una scelta voluttuaria sapere o meno di essere infetti, quando invece sapere chi è infetto e chi no è molto più importante del distanziamento al ristorante. Vanno separate - ha concluso - le persone infettate dal totale della popolazione: questo è il modo per contrastare l'epidemia».

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