«Voci dal futuro»: è il momento di scegliere i protagonisti dei vodcast

Qualcuno ha già le idee chiare, altri sono ancora alla ricerca dell’ispirazione, c’è chi si è detto un po’ nervoso, ma l’entusiasmo generale è palpabile: al termine dei primi tre incontri del progetto di Pcto «GdB Voci dal futuro», i cinquanta ragazzi di Canossa e Arnaldo sono ora pronti a iniziare in maniera pratica la stesura e la realizzazione del loro vodcast.
Un lavoro di gruppo che li impegnerà per i prossimi mesi, fino all’evento di presentazione dei progetti, che avranno come tema giovani che hanno cambiato il mondo, in programma tra febbraio e marzo. «Non vogliamo troppi spoiler – ha commentato uno dei formatori del progetto, Matteo Villa –, ma qualcuno ha già definito il proprio personaggio».
Tra le prime idee dichiarate in classe tra i ragazzi dell’Arnaldo qualcuno ha proposto Christopher Castellini, campione di mentalismo bresciano, e Cristian Fracassi, inventore durante il Covid di alcune specifiche maschere anti contagio, mentre un gruppo del Canossa si occuperà di raccontare la storia di Lieta Valotti, fondatrice dell’associazione Operazione Lieta.
Prime reazioni degli studenti
Ma cosa sperano di trasmettere ai loro coetanei i giovani protagonisti del progetto?
Qualcuno ha parlato della «presa di consapevolezza che tutti possiamo realizzare un progetto di questo tipo, che abbiamo una voce e che la possiamo utilizzare per raccontare e raccontarci», mentre c’è chi ha sostenuto che «una storia ben narrata può diventare fonte di insegnamenti, anche morali: speriamo di riuscire ad esprimerci nel miglior modo possibile».

Sul lato tecnico, tanti gli interessi espressi dagli studenti: c’è chi spera di potersi mettere alla prova con la parte di scrittura, chi è affascinato dall’editing e dal montaggio e chi invece vuole essere la voce del progetto.
«Sono un po’ ansioso – ha ammesso qualcuno –: sono entusiasta di mettermi alla prova e la vedo anche come un’occasione per aprirmi di più agli altri, ma sono un po’ agitato». Per alcuni studenti, invece, il progetto di Pcto viene visto come un modo per mettersi in gioco, ma anche per socializzare – «e vis a vis, qualcosa che spesso alla nostra generazione manca» – e per acquisire una nuova abilità «nell’ottica di una formazione personale».

L’aspetto che li spaventa di più?
Il più gettonato è risultato essere la paura di non saper gestire un gruppo numeroso e la divergenza di opinioni, ma non è mancato chi si è detto preoccupato anche degli aspetti più tecnici, come scrittura, editing e la scelta di un’idea solida.
«Comunque vada abbiamo sicuramente imparato già molto – è stata l’opinione generale – come l’importanza dei silenzi, l’utilizzo della voce, il peso che può avere una storia ed quanto influisca il modo in cui viene raccontata e soprattutto l’idea che debba interessare chi ascolta ma in primis chi la racconta».
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