Scuola

Scuola primaria: rischio competitività con i giudizi sintetici

Nella riflessione della pedagogista Montalbetti l’importanza della valutazione in una logica di accompagnamento
In classe - Foto unsplash © www.giornaledibrescia.it
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I giudizi sintetici alla primaria? «Rischiano di favorire quella dimensione di confronto, o peggio di competitività, che già nelle nostre scuole è assai presente». Il voto in condotta nella secondaria di primo grado? «Rischia di veicolare un’idea un po’ punitiva». Esprime perplessità su entrambi i fronti dell’ordinanza ministeriale la professoressa Katia Montalbetti, coordinatrice del corso di laurea in Scienze della formazione primaria all’Università Cattolica.

Sotto la lente

«Il cambiamento che comporta l’introduzione dei giudizi sintetici è certamente importante - sottolinea in via preliminare la docente - ma riguarda solo il giudizio al termine del primo quadrimestre e alla fine dell’anno. Nessuna modifica invece è proposta per la valutazione in itinere», che costituisce la fetta più grossa delle valutazioni. Una seconda considerazione è che «il motivo dichiarato per il quale è stata fatta questa modifica attiene la scarsa chiarezza dei precedenti livelli da parte delle famiglie: il ministero non ha mai fatto però negli anni scorsi un monitoraggio sistematico sull’applicazione della precedente ordinanza».

Il punto su cui Montalbetti è più critica è però questo: «I giudizi sintetici fanno perdere quel la dimensione di dinamismo e progressione che invece ritrovavamo all’interno dei quattro livelli. Le etichette tendono invece a cristallizzare la situazione nella quale il bambino o la bambina si trova, facilitando la dimensione di competitività. Vedo un contrasto con l’idea di valutazione intesa come accompagnamento a un progressivo sviluppo di conoscenze, competenze e abilità. Certo, nell’ordinanza si parla di giudizi sintetici correlati a una descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti: come questo verrà attuato resta però un interrogativo aperto».

Idea punitiva

Se nel giudizio sintetico si perde la «ricchezza informativa» tipica dei livelli, parimenti il voto in condotta espresso in decimi, osserva Montalbetti, «fatica a fare sintesi della complessità culturale, sociale e familiare in cui si trovano i ragazzi»: «Il rischio che questo voto possa veicolare un’idea un po’ punitiva c’è. Sebbene possa essere utile in situazioni estreme, nella prospettiva di acquisire un’autentica cittadinanza andrebbe inserito in un quadro di prevenzione e di accompagnamento molto più ampio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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