Scuola

«Ottimo» e «insufficiente», alle elementari riecco i giudizi sintetici

Anita Loriana Ronchi
Per il ministro Valditara la novità servirà a «tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni». Alle medie prevista la bocciatura per chi ha 5 in condotta
I giudizi sintetici vanno da «ottimo» a «non sufficiente» - Foto Pexels © www.giornaledibrescia.it
I giudizi sintetici vanno da «ottimo» a «non sufficiente» - Foto Pexels © www.giornaledibrescia.it
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Cambiare tutto per non cambiare niente, verrebbe da dire e non senza una punta di amarezza, nella scuola. Le già annunciate modifiche contenute nella legge 150 del 01/10/2024, con le quali si interviene sulla revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, sono state tradotte nell’Ordinanza ministeriale firmata dal ministro Giuseppe Valditara, che reintroduce i giudizi sintetici alla scuola primaria e il voto di condotta alle medie.

Storia infinita

Ma dove sta, allora, la novità? Nella «storia infinita» che riguarda i sistemi di valutazione per i bambini in età scolare dai 6 agli 11 anni, si è passati un numero imprecisato di volte dai giudizi sintetici alla valutazione descrittiva, per poi capovolgere tutto di nuovo e accantonare la descrizione analitica dei livelli di apprendimento raggiunti in favore di un recupero dei «voti» sintetici. Il ministro si è espresso al riguardo definendo questo «un passo importante per un sistema educativo più chiaro e trasparente».

Giudizi sintetici e condotta

Di fatto, con questa riforma, che giunge quattro anni e mezzo dopo la precedente, tornano nella scuola elementare modalità di valutazione periodica e finale attraverso giudizi sintetici, in una scala da «ottimo» a «non sufficiente», correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti per ciascuna disciplina (compresa l’educazione civica). Il provvedimento investe anche la scuola secondaria di primo grado per quanto concerne la valutazione della condotta, che sarà ora di nuovo espressa in decimi: gli alunni che otterranno un punteggio inferiore a 6/10 non saranno ammessi alla classe successiva o all’esame conclusivo del primo ciclo.

La nota

«L’introduzione dei giudizi sintetici nelle scuole primarie – ha spiegato in una nota il ministro dell’Istruzione e del Merito –, molto più comprensibili dei precedenti livelli, permette di tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni, migliorando la comunicazione con le famiglie e al tempo stesso l’efficacia della valutazione. Il voto di condotta nella scuola secondaria di primo grado mira a rafforzare la responsabilità individuale e il rispetto delle regole. Un’attenzione particolare sarà riservata alla valutazione degli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento, assicurando così un approccio inclusivo e personalizzato alle necessità di ogni singolo alunno».

Le perplessità

Qualche perplessità sorge sulle tempistiche di applicazione, in quanto le nuove regole valgono già dal corrente anno scolastico e non, come parrebbe logico e più consono alle esigenze di chi nella scuola ci lavora, a decorrere dal 2025/2026. Gli istituti, comunque, «avranno tempo fino all’ultimo periodo dell’anno scolastico in corso per adattarsi alle nuove disposizioni e assicurarsi che le famiglie siano pienamente informate». Vale a dire, che gli scrutini del primo quadrimestre possono svolgersi secondo i criteri in essere dal 2020, ma gli scrutini di fine anno dovranno per norma essere espletati con la nuova formula.

Un ennesimo scossone che travolge le scuole in corso d’opera e che di certo non aiuta a gestire una macchina già di per sé molto complessa. Osserva Loredana Guccione, dirigente dell’Istituto comprensivo Centro 3: «Ci organizzeremo per fine anno. Non ci sono i tempi tecnici per intervenire già agli scrutini del primo quadrimestre. Gli organi collegiali, il cui coinvolgimento sarà indispensabile, avranno bisogno di tempo per operare le necessarie riflessioni di carattere didattico e organizzativo compresa la doverosa e legittima informazione alle famiglie. Questa riforma – conclude la Guccione – giunge a metà anno scolastico. Francamente, avremmo preferito poterci ragionare con modalità più distese».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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