Chi era il maestro Mario Lodi, la scuola come «esperienza condivisa»

La scelta di intitolare la scuola primaria Torricella a Mario Lodi è un omaggio a uno dei più grandi pedagogisti italiani del Novecento, maestro, scrittore e animatore culturale. Nato a Piadena (Cremona) nel 1922 e scomparso nel 2014 a 92 anni, nella sua casa di Drizzona, ha dedicato l’intera vita all’insegnamento, alla ricerca educativa e alla scrittura.
La sua vita e la sua attività professionale si sono svolte interamente nel Cremonese, in un ambiente rurale segnato dal dopoguerra e dal processo di alfabetizzazione delle campagne. È proprio dall’osservazione quotidiana e partecipe dei bambini che Mario Lodi ha ridisegnato il valore della scuola, cambiandone aspetti didattici e metodologici. Le sue pratiche educative furono inizialmente ispirate da Célestin Freinet, tanto da renderlo esponente di rilievo del Movimento di Cooperazione Educativa.
La scuola secondo Lodi
Convinto che la scuola non dovesse limitarsi a trasmettere nozioni, ma diventare palestra di democrazia e crescita civile, Lodi si è battuto per un’educazione fondata sulla creatività, la responsabilità e i valori della Costituzione. Il suo impegno culturale e civile iniziò già negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale e si è protratto fino agli ultimi anni di vita attraverso l’Associazione culturale «Casa delle Arti e del Gioco», da lui fondata con l’obiettivo di creare un centro studi sui processi di sviluppo e sulla cultura dell’infanzia.
Un capitolo fondamentale della sua produzione è Cipì, il celebre racconto nato negli anni Sessanta dalla scrittura collettiva con i suoi alunni. La storia di un piccolo passero curioso e coraggioso, che affronta il mondo con occhi nuovi, tra meraviglie e pericoli, è diventata un classico della letteratura per l’infanzia. Cipì ha accompagnato le letture di generazioni di scolari e resta, ancora oggi, un simbolo dell’approccio di Lodi: la scuola come esperienza condivisa, la fantasia come strumento di apprendimento, il bambino come protagonista della conoscenza.

Accanto alla produzione letteraria e pedagogica, Mario Lodi ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui la laurea honoris causa, e ricoprì incarichi prestigiosi. Nel 2000 fu nominato dal ministro Tullio De Mauro membro della Commissione ministeriale per il riordino dei cicli scolastici. La sua morte suscitò grande cordoglio in tutto il Paese: lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi sottolineò come la sua straordinaria attività avesse contribuito a rendere grande l’Italia, definendolo «uno di quei piccoli maestri che hanno fatto grande il nostro Paese».
Il suo testamento morale resta attuale: proseguire «con un impegno collettivo» nel promuovere la formazione degli insegnanti e dei cittadini dedicati a un’educazione fondata sulla Costituzione, sulla creatività e sulla responsabilità. L’intitolazione di una scuola a Mario Lodi non è soltanto un atto di memoria, ma un invito a custodire e rilanciare la sua lezione, viva e necessaria ancora oggi.
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