Scuola

All'Audiofonetica entrano in classe i robot a supporto della didattica

A gennaio inizia una sperimentazione con l’Università di Bergamo improntata al coding e al pensiero computazionale. Domani l’open day
In classe. Imparare sarà più semplice e divertente grazie ai robot
In classe. Imparare sarà più semplice e divertente grazie ai robot
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I robot entrano in classe: la Scuola Audiofonetica di Brescia e l’Università degli Studi di Bergamo sono al lavoro per sperimentare, insieme a docenti e piccoli alunni, le opportunità offerte dalle tecnologie informatiche per migliorare le pratiche di insegnamento a vantaggio di tutti.

Il progetto si intitola «Robotica educativa, robotica sociale e coding» ed è destinato a decollare a gennaio. Nel dettaglio, come anticipa Anna Paterlini, direttrice della Scuola Audiofonetica, «nel 2023 arriveranno nella nostra scuola due robot che potranno essere utilizzati in una vasta gamma di progetti didattici. I docenti potranno acquisire gli strumenti per favorire lo sviluppo del pensiero computazionale dei propri alunni attraverso il coding e la programmazione di robot didattici, valorizzando la loro creatività e favorendo processi collaborativi e di inclusione». Anna Paterlini si dice «orgogliosa di poter avviare un progetto che ha lo scopo di studiare con l’Università di Bergamo l’utilizzo migliore delle tecnologie informatiche e i linguaggi della multimedialità».

Un progetto nato a seguito di una convenzione con il Dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Università, con l’intervento e la supervisione scientifica del gruppo di ricerca composto da Marco Lazzari, professore ordinario in Didattica e Pedagogia speciale. Lazzari verrà affiancato da Hagen Lehmann, ricercatore in Pedagogia sperimentale, e da Federica Baroni, ricercatrice in Didattica e Pedagogia speciale, già responsabile scientifico del progetto «For all: accessibility, languages, learning» iniziato nel 2022 con l’obiettivo di far maturare a docenti e operatori della storica scuola bresciana competenze integrate sull’uso delle tecnologie informatiche in ambito didattico, con particolare attenzione all’accessibilità dei contenuti e dei materiali.

Hagen Lehmann sottolinea che i robot sociali «sono in grado di riconoscere e di reagire in modo coerente a segnali sociali umani legati alla comunicazione verbale e non verbale, riuscendo a farsi accettare dai propri utenti come interlocutori». Entrando poi nel merito, «il robot - spiega Baroni - diventerà uno strumento per apprendere le basi della programmazione, risolvere problemi e cooperare con i compagni. Con la mediazione dei docenti che conoscono i talenti di ciascun alunno, questi sistemi consentiranno di sperimentare attività per l’apprendimento della matematica, della logica e dei processi alla base del pensiero computazionale. I robot coinvolgeranno trasversalmente anche altre discipline, come le lingue straniere, l’attività del laboratorio cognitivistico operazionale che caratterizza la Scuola Audiofonetica dall’infanzia fino ai i primi due anni della primaria».

Per saperne di più domani, sabato, c’è l’open day dalle 10 alle 17 solo su appuntamento su www.audiofonetica.it.

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